Francia, un governo sotto l’albero: François Bayrou presenta il suo esecutivo natalizio

Tra i 35 ministri anche due ex premier, Manuel Valls, che torna con il ruolo di ministro per l’Oltremare, ed Élisabeth Borne, alla quale è stato affidato il ministero dell’Istruzione. Socialisti e Rn critici

François Bayrouok

François Bayrou

Dopo dieci giorni di trattative intense, il primo ministro François Bayrou ha presentato la nuova squadra di governo, definendola su X un “collettivo d’esperienza per riconciliare e ripristinare la fiducia di tutti i francesi”. Con 35 ministri di cui 18 donne, questo esecutivo paritario cerca di rappresentare una Francia divisa dopo mesi di turbolenze politiche seguiti alla decisione del presidente Emmanuel Macron di sciogliere il parlamento. Tuttavia, il nuovo governo non è riuscito a placare le critiche, con opposizioni sia a sinistra che a destra.

Due ex premier al centro della scena

Tra le nomine di spicco, spuntano due ex primi ministri: Elisabeth Borne, alla guida del dicastero dell’Istruzione e della Ricerca, e Manuel Valls, assegnato al ministero per i Territori d’Oltremare. Quest’ultimo si troverà subito ad affrontare sfide colossali, tra cui la crisi umanitaria a Mayotte provocata dall’uragano Chido e le complesse trattative sull’indipendenza della Nuova Caledonia.

La presenza di figure di alto profilo non è stata sufficiente a convincere le opposizioni. Olivier Faure, segretario del Parti Socialiste (PS), ha definito il governo una “provocazione”, accusando Bayrou di essere sotto l’influenza dell’estrema destra. Critiche simili sono arrivate da Jean-Luc Mélenchon, leader della France Insoumise, che ha pronosticato una rapida caduta dell’esecutivo: “Il governo cadrà il 16 gennaio, al primo voto di sfiducia”.

Un equilibrio instabile tra destra e sinistra

Bayrou ha cercato di creare un esecutivo bipartisan, includendo nomi provenienti sia dalla destra che dall’area socialdemocratica. Tuttavia, le nomine hanno sollevato polemiche su entrambi i fronti. A destra, il confermato ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, noto per la sua linea dura sull’immigrazione, ha sollevato il malcontento della sinistra. Parallelamente, Gérald Darmanin, ex ministro dell’Interno e ora assegnato alla Giustizia, è stato criticato per le sue posizioni ambivalenti, con accuse di indulgenza verso l’estrema destra.

Sul versante economico, Bayrou ha scelto un outsider: Eric Lombard, ex direttore della Cassa Depositi e Prestiti, è stato nominato ministro dell’Economia. Tecnocrate di alto profilo, Lombard avrà il compito delicato di presentare e far approvare la Legge di Bilancio 2025, una priorità per rassicurare i mercati e i partner europei sui conti pubblici francesi.

Reazioni contrastanti e un clima di sfiducia

Il tentativo di includere figure socialdemocratiche come François Rebsamen (Pianificazione Territoriale) e Juliette Méadel (Politiche Urbane) non è bastato a conquistare il Nouveau Front Populaire (NFP), coalizione di sinistra che aveva già annunciato la sua opposizione al governo. Olivier Faure ha accusato Bayrou di “flirtare con l’estrema destra”, mentre Eric Coquerel della France Insoumise ha definito l’esecutivo un “regalo sinistro” di Macron.

Anche l’estrema destra non ha risparmiato critiche. Jordan Bardella, leader del Rassemblement National (RN), ha etichettato il governo come “la coalizione degli sconfitti”. A complicare il quadro, l’influente esponente della destra moderata Xavier Bertrand ha rifiutato la proposta di diventare ministro della Giustizia, denunciando un governo formato “con l’avallo di Marine Le Pen”.

Un cammino già in salita

Nonostante le polemiche, Bayrou guarda avanti. Il primo consiglio dei ministri è fissato per il 3 gennaio, mentre il discorso di politica generale si terrà il 14 gennaio davanti al Parlamento. Tuttavia, le possibilità di sopravvivenza del governo sembrano appese a un filo. La composizione dell’esecutivo, che in parte ricicla membri del precedente governo Barnier sfiduciato, potrebbe non bastare a evitare una nuova crisi politica.

Quattro governi in un anno e un panorama politico frammentato sono il segno di un’instabilità senza precedenti dalla Quarta Repubblica. Per François Bayrou, il Natale porta una sfida immensa: riuscire a unire un Paese sempre più diviso e riconquistare la fiducia di una Francia in cerca di stabilità.