“No, non mi sento di perdonare chi ha ucciso mio fratello”. Gaetano Puglisi, 84 anni, fratello di Don Pino Puglisi ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993, racconta quei giorni a “Voci del mattino”, su Radio 1 Rai. “Avrei preferito fosse ancora vivo, in mezzo a noi, piuttosto che Beato, che è naturalmente una cosa piacevole. Io pagavo la retta dei suoi studi in seminario, visto che la nostra era una famiglia povera: mio padre faceva il calzolaio, mia madre la sarta, era un periodo triste – aggiunge Gaetano Puglisi -. Il mio matrimonio fu il primo celebrato da Don Pino e quel giorno ci mettemmo a piangere tutti”. Puglisi ricorda anche un episodio “che – afferma – mi colpì molto: lo andai a trovare in chiesa mentre celebrava la messa. Al termine ci abbracciammo e gli chiesi perché, contrariamente alla procedura normale nella quale le offerte si raccoglievano durante la messa, quella volta venne messo un vassoio davanti la porta. E lui mi disse che chi avesse voluto avrebbe messo i soldi. Chi invece avesse voluto prenderli avrebbe potuto farlo. Questo mi disse Pino e la cosa mi impressionò molto”.