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Frattini, l’ultimo saluto per il presidente “esempio di rigore”

L’ultimo saluto al presidente del consiglio di Stato, Franco Frattini, nella chiesa dei Santi dodici apostoli a Roma, è contraddistinto dalle corone di fiori che adornano la navata centrale, con ancora gli addobbi di Natale, e le musiche della notte di vigilia che risuonano. La grande navata centrale ha i banchi pieni. Davanti, a destra dell’altare, siedono il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quelli di Camera e Senato, Lorenzo Fontana ed Ignazio La Russa, la premier Giorgia Meloni. Poco più in là c’è il ministro degli esteri Antonio Tajani e quello della cultura, Gennaro Sangiuliano, quello della difesa, Guido Crosetto ed il sottosegretario al lavoro, Claudio Durigon. Il drappello di militari in alta uniforme all’ingresso non esaurisce i rappresentanti delle forze dell’ordine, ai più alti livelli. Ci sono il capo della polizia, rappresentati di primo piano dei carabinieri, della guardia di finanza e della polizia penitenziaria. Molti i rappresentanti del mondo dello sport, a cominciare dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, ma anche il giudice Stefano Palazzi. Diversi poi i rappresentanti della politica del passato, come l’ex ministro e presidente della Link University, Vincenzo Scotti, od anche l’avvocato Giuseppe Valentino, già sottosegretario alla giustizia; il generale dell’Aeronautica Leonardo Tricarico.

E tanti poi sono i rappresentanti di Forza Italia, guidati dal senatore Maurizio Gasparri, che si ritrovano, scambiando un cenno o rendendo omaggio ai familiari del presidente “che sapeva ascoltare”. Ascoltando le parole del cardinale Giovanni Battista Re, il ricordo della scalata sull’Adamello, del primo incontro “tanti anni fa” con il presidente Frattini, la cerimonia assume i toni solenni. Perché oggi si saluta “un protagonista di alto profilo della Repubblica Italiana. La sua prematura scomparsa ha suscitato in tutti un senso di tristezza. E’ stato un uomo di fede in Dio con la coscienza sempre attenta all’etica. Una benemerita figura del nostro Paese che ha servito le istituzioni con dedizione, professionalità e responsabilità in Italia e all’estero, distinguendosi per umanità e capacità di cogliere il nocciolo dei problemi e una innata inclinazione a guardare il futuro. Un grande personaggio della politica istituzionale e politica, un leale servitore del bene della nazione”. Momento di grande commozione arriva poi quando davanti al microfono va il presidente aggiunto del Consiglio di Stato, Luigi Maruotti.

“La scomparsa del presidente Franco Frattini lascia un vuoto incolmabile anche nel Consiglio di Stato”, dice subito calamitando l’attenzione dei tanti che affollanno la chiesa a cento metri da piazza Venezia. “I magistrati ed il personale della giustizia amministrativa piangono il presidente gentile, riservato, rigoroso ed equilibrato, sempre sorridente e disponibile all’ascolto, uno servitore dello Stato senza eguali”. Maruotti poi ha spiegato che per i magistrati il presidente Frattini “è sempre stato un ineguagliabile giurista ed un fondamentale punto di riferimento”. Poi ha aggiunto: “Per me, che ho condiviso con lui dal febbraio 1981 tutto il percorso nell’Avvocatura dello Stato e nelle magistrature, il presidente Frattini è stato anche un modello di vita ed un grande amico, con cui parlare di tutto, di diritto, politica, storia, sport, viaggi, del futuro”. Insomma “la sua prematura e per noi inaccattabile scomparsa non gli ha consentito di realizzare i tanti progetti che aveva elaborato con l’obiettivo di migliorare la giustizia amministrativa, con la medesima efficacia e con la lungimiranza che hanno contraddistinto ogni attività svolta nell’esercizio dei suoi altissimi incarichi istituzionali”.

Perché “caro Franco, con la tua scomparsa, la Nazione perde un grande uomo, il Consiglio di Stato ed i tribunali amministrativi regionali perdono una guida illuminata, moltissimi di noi perdono un grande amico”. Rivolgendosi direttamente a chi non c’è più Maruotti ha sottolineato: “Ci lasci comunque in eredità uno stile di condotta, anche se difficilmente si potranno eguagliare le tue qualità di uomo e di statista. Ci lasci anche il tuo esempio di serietà e rigore, di assoluta abnegazione al servizio delle istituzioni, di assiduo impegno nella ricerca di soluzioni ragionevoli ed eque per le questioni più complesse. La giustizia amministrativa tutta si stringe alla famiglia e si unisce al suo dolore”. Il giudice costituzionale Filippo Patroni Griffi ha detto al presidente scomparso: “Caro Franco, sii orgoglioso di ciò che hai fatto e di quello che sei”. Frattini ha reso un servizio alle istituzioni “nell’interesse del Paese” e la “politica con la P maiuscola”. Poi ha ricordato: “Ci siamo conosciuti al Tar 40 anni fa… Era sempre disponibile a dare il suo impegno dove fosse richiesto – ha detto ancora – Ci teneva a concludere la sua carriera come presidente. Abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo e frequentarlo”.

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redazione