Ferrovie, presidenza vacante per le due maggiori aziende del gruppo
PARTE TOTONOMINE Dopo Zanichelli da Trenitalia, si è dimesso anche Lo Bosco da Rfi di Maurizio Balistreri
di Maurizio Balistreri
Le due maggiori aziende del gruppo Fs, ovvero Trenitalia e Rfi sono senza presidenza. Ieri, dopo Marco Zanichelli, dimessosi da Trenitalia, è stata la volta di Dario Lo Bosco, che ha formalizzato la sua uscita da Rete ferroviaria italiana. Le due vicende non sono collegate, essendo molto diverse tra loro. Marco Zanichelli ha motivato le dimissioni per ragioni personali, legate, ha spiegato una nota del gruppo, “al rispetto di impegni assunti fin dalla data di scadenza del consiglio (maggio 2015) e ormai non più rinviabili”. Zanichelli è entrato nel cda di Trenitalia nel 2009 per poi esserne nominato presidente a giugno. Discorso profondamente diverso per Lo Bosco, arrestato la settimana scorsa con l’accusa di concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità nell’ambito di un’inchiesta per appalti in Sicilia. Lo Bosco era presidente di Rfi dal 2010. In una nota il gruppo ha espresso piena fiducia nell’attività della magistratura offrendo la massima collaborazione e ribadendo la correttezza del proprio operato.
Lo stesso ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, aveva spiegato che la misura cautelare applicata al manager non è collegata con la sua attività nel gruppo. Ora però si apre il fronte nomine, questione calda anche tenendo presente il processo di privatizzazione del gruppo in corso che dovrebbe avviarsi il prossimo anno. Per nominare due nuovi presidenti, occorrerà convocare le rispettive assemblee degli azionisti e il socio di riferimento che è il ministero dell’Economia. Peraltro il cda di Trenitalia è scaduto dal maggio scorso. Intanto sul fronte privatizzazione, una delle operazioni da terminare prima di portare avanti il processo è la vendita delle rete ad alta tensione a Terna. Per la finalizzazione si attendeva la valutazione dell’asset da parte dell’Autorità dell’Energia, che proprio la settimana scorsa ha deliberato, attribuendo alla rete un valore di 674 milioni, sensibilmente inferiore a quella proposta da Fs che era di 970 milioni. Altra operazione da completare riguarda poi la cessione della divisione commerciale di Grandi stazioni per la quale si attende ancora il bando per la presentazione delle manifestazioni di interesse.