di Enzo Marino
Matteo Renzi dichiara guerra ai “furbetti del cartellino”. Il Consiglio dei ministri ha varato in via definitiva il decreto legislativo per il licenziamento in tronco per i dipendenti pubblici che timbrano il cartellino e poi si assentano dal lavoro. “Un provvedimento cattivo ma giusto”, una “norma di buon senso” afferma Matteo Renzi. Insomma, “d’ora in poi si va a casa”. “Se un dipendente timbra il cartellino, esce e se ne va puo’ essere licenziato entro un mese ed entro 48 ore e’ sospeso”, spiega il premier. “Rode quando si vede che qualcuno va a timbrare in mutande, non e’ certo una bella scena…”, dice, alludendo ai fatti di Sanremo. I contratti del pubblico impiego “sono stati ridotti da 15 a 4. E’ ora possibile iniziare a discutere con i sindacati per il rinnovo che e’ fermo da anni. Il rinnovo era obbligo e un impegno”, ha aggiunto. Dal momento della firma in Gazzetta ufficiale “la partita e’ finita. Non e’ piu’ possibile che uno fa il furbo, timbra e va a casa e si fa finta di niente”. Renzi tiene a sottolineare che con i decreti approvati oggi dal Consiglio dei ministri “c’e’ un cambio radicale” della pubblica amministrazione”, sono provvedimenti “di grande rilievo e importanza” “che vogliono semplificare la vita dei cittadini”. Renzi ironizza contro il predecessore di Marianna Madia, Renato Brunetta: “Siccome un ex ministro, un mancato premio Nobel, dice che la norma c’era già, spieghiamo qual è la differenza”.
Meno di un’ora prima, infatti, era stato lo stesso capogruppo di Forza Italia alla Camera ad accendere la miccia: “Renzi aspirante prof impreparato, Madia scolaretta pappagallo. Da 2 anni e 1/2 ci vendono norme che non esistono. Nobel per le balle!”. Usa twitter Renato Brunetta (foto) per sferrare colpi bassi: “Renzi disperato e come sempre provocatore. Racconta balle e fa annunci, non gli crede piu’ nessuno e se ne accorgera’ ai ballottaggi”. Altro tweet: “Qualcuno spieghi al Nobel per le balle Renzi che riduzione comparti l’aveva gia’ fatta governo Berlusconi con Brunetta. In che mani siamo finiti”.
(foto home, Matteo Renzi e Marianna Madia)