Nella ricerca sulla fusione nucleare l’Italia è tra i primi paesi al mondo al punto che negli ultimi tre anni, le imprese italiane hanno vinto contratti per oltre 900 milioni di euro pari al 60% del valore totale delle commesse relative a Iter, il progetto internazionale di ricerca sulla fusione nucleare coordinato per l’Italia da Enea nei laboratori del Centro di Frascati. E l’obiettivo è di generare contratti per 2 miliardi nei prossimi 5 anni. Un risultato possibile grazie all’integrazione fra formazione, ricerca e sviluppo come ha spiegato Aldo Pizzuto, responsabile Unità Tecnica Fusione dell’Enea. “Penso sia un esempio di processo sinergico fra ricerca, industria e università – dice – che hanno saputo coordinarsi negli anni arrivando a favorire un sistema che permette di integrare competenze ma anche risultati”. La ricerca sulla fusione nucleare ha come obiettivo di arrivare ad una fonte di fonte di energia rinnovabile, economicamente competitiva e in grado di ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili. La prospettiva è quella di sfruttare l’enorme quantitativo di energia rilasciata nelle reazioni di fusione nucleare, riproducendo il meccanismo fisico che alimenta le stelle.