Politica

G20 e Cop26, pandemia e clima in agenda

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato che l’Ue focalizzerà la propria partecipazione al vertice del G20 che inizia sabato a Roma “soprattutto sulle tre tematiche principali in discussione: come porre un termine alla pandemia, la ripresa economica globale, e poi chiaramente anche il cambiamento climatico”, che sarà poi al centro dei negoziati e dei dibattiti fra i rappresentanti dei governi alla Conferenza delle parti dell’Onu sul cambiamento climatico che si terrà a Glasgow (Cop26) a partire da domenica. “L’obiettivo principale del G20” per quanto riguarda la pandemia, ha detto la presidente della Commissione, durante una conferenza stampa a Bruxelles, è quello di “preparare lo scenario” per ottenere un impegno di tutti i paesi a raggiungere “il 70% di copertura vaccinale della popolazione globale entro la metà del prossimo anno”, un obiettivo “molto ambizioso ma che noi sosteniamo pienamente”.

L’Ue è ben piazzata per chiedere l’impegno degli altri partner mondiali: “Abbiamo esportato più di 1,2 miliardi dosi di vaccini anti-Covid verso più di 150 paesi e abbiamo fornito 880 milioni di dosi ai cittadini europei, mantenendo quindi la nostra promessa di esportare nel resto del mondo almeno una dose su due di quelle prodotte nell’Ue”, ha rivendicato von der Leyen, e ha aggiunto: “Il prossimo anno ci aspettiamo di produrre più di 3,5 miliardi all’interno dell’Unione europea, e anche in questo caso la maggior parte di queste dosi si sarà spedita all’estero”. “Inoltre come ‘Team Europe’, insieme agli Stati membri doneremo fino a 550 milioni di dosi di vaccini entro la metà del prossimo anno”, ha continuato la presidente della Commissione, che ha riferito di attendersi “nuovi impegni da parte dei paesi Ue”, pur essendo “consapevole del fatto che hanno dovuto affrontare ostacoli per quanto riguarda le consegne delle dosi promesse. Stiamo cercando adesso – ha sottolineato – di affrontare questi problemi con gli Stati membri e con i produttori di vaccini per cercare di accelerare le consegne”.

“Un’altra tematica molto importante – ha spiegato von der Leyen – e quella del medio e lungo termine: i leader del G20 chiederanno un incremento delle capacità manifatturiere nei paesi in via di sviluppo, e ci concentreremo soprattutto sulle tecnologie dei vaccini basati sull’Rna messaggero. L’Europa investe già un miliardo di euro in Africa proprio a questo scopo. Il nostro obiettivo condiviso e di fare in modo che le tecnologie a RNA messaggero possano essere sviluppate nel continente africano, che i vaccini possono essere prodotti lì”. “Quindi – ha proseguito la presidente della Commissione – con i nostri partner africani, con l’aiuto di fondazioni e del settore privato, stiamo cercando di creare un ambiente normativo adatto, e promuovendo la creazione di una agenzia africana del farmaco. Stiamo coinvolgendo anche istituti finanziari come la Bei (la Banca europea per gli investimenti, ndr). Finora abbiamo registrato notevoli progressi in Senegal, in Ruanda e in Sudafrica. BioNTech (titolare del vaccino prodotto insieme a Pfizer, ndr) ha sottoscritto un accordo di cooperazione con il Ruanda è con il Sudafrica. Ora stiamo valutando la possibilità di avere rapporti di cooperazione analoghi con altri paesi come Ghana, Egitto, Marocco, Nigeria e Kenya”.

“I paesi africani vogliono essere più indipendenti, avere le capacità per produrre i propri vaccini”. E non solo soltanto per quelli anti-Covid. Solo l’1% di tutti i vaccini somministrati in Africa sono prodotti in loco, il 99% è importato. Ora i paesi africani si vogliono dare l’obiettivo di arrivare produrne il 60% nel Continente entro il 2040. “E io ritengo che sia un obiettivo fattibile”, ha osservato von der Leyen. Passando al secondo tema, quello dell’economia e della ripresa, la presidente della Commissione ha sottolineato in particolare la questione dell’accordo raggiunto all’Ocse sui criteri di tassazione e sull’imposizione minima delle imprese multinazionali. “Il G20 – ha detto von der Leyen – sarà anche il luogo ideale in cui discutere di come si possa garantire una ripresa economica robusta, delle catene di approvvigionamento e delle difficoltà che hanno avuto a stare al passo con l’incremento rapido della domanda. Parleremo anche della questione dell’impennata dei prezzi dell’energia. Se questo aumento dovesse perdurare in futuro, potrebbe rappresentare un ostacolo per la ripresa globale; dovremo quindi discutere di quali misure adottare”.

E discuteremo, ha continuato la presidente della Commissione, “della tassazione minima globale: stiamo cercando di riparare le nostre economie, di investire nella ripresa, e dovremmo fare anche attenzione all’equità. L’accordo globale sulla tassazione minima che abbiamo trovato fa proprio questo. Il G20 dovrà trovare un accordo su una riforma fiscale globale. Sarà un evento storico. Poi bisognerà passare alla sua attuazione”. “Noi siamo pronti ad attuarlo rapidamente”, ha annunciato von der Leyen. A livello europeo abbiamo già fatto una proposta per l’attuazione di una efficace aliquota fiscale minima entro la fine di quest’anno; ci aspettiamo che il sistema possa essere predisposto a livello globale entro il 2022″. Von der Leyen è passata infine al terzo tema su cui si concentreranno le discussioni del G20: la lotta al cambiamento climatico. “Queste 20 economie più grandi del mondo – ha osservato – rappresentano l’80% delle emissioni globali di CO2: abbiamo una responsabilità speciale sulle nostre spalle, dobbiamo agire. Gli impegni che ci assumeremo a Roma sul cambiamento climatico serviranno anche per determinare il ritmo della Cop26 a Glasgow”.

“Abbiamo bisogno anzitutto – ha rilevato – di leadership, di impegni credibili sulla decarbonizzazione, per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero nette per la metà del secolo; ma abbiamo bisogno anche di impegni sufficienti per ridurre realmente le emissioni già durante questo decennio. È urgente agire, la scienza è molto chiara su questo, non siamo ancora sul binario giusto; è un cambiamento causato dall’uomo, possiamo fare qualcosa per arginarlo. Ma dobbiamo agire tempestivamente per mantenere il nostro obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi”. Una tematica molto importante sarà quella dei finanziamenti per il clima. “Ci siamo impegnati – ha ricordato la presidente della Commissione – a fornire ogni anno 100 miliardi di dollari per i paesi meno sviluppati è più vulnerabili, quelli esposti al cambiamento climatico, per le misure di adattamento e mitigazione”. Oggi “si intravedono finalmente degli sviluppi incoraggianti sulla base delle ultime relazioni del governo tedesco a del Canada: supereremo il target di 100 miliardi di dollari nel 2023, quindi stiamo registrando dei progressi”.

“Ma – ha aggiunto von der Leyen – dobbiamo fare di più: dobbiamo cercare di arrivare a questi 100 miliardi di dollari già dal prossimo anno; c’è ancora un divario, dobbiamo e cercare di colmarlo. E dobbiamo rafforzare i nostri sforzi. L’Ue e i suoi Stati membri sono già il principale donatore, contribuiscono in modo notevole ai finanziamenti per il clima: più di 25 miliardi all’anno; e mi aspetto che questa cifra possa aumentare nei prossimi giorni. La Commissione si impegna a garantire un supplemento di 5 miliardi di dollari fino al 2027″. “La Cop 26 di Glasgow – ha spiegato la presidente della Commissione – poggia su tre pilastri: il primo riguarda l’ambizione: potremo ricevere impegni importanti per ridurre le emissioni in modo da restare ben al di sotto dei 2 gradi centigradi di riscaldamento globale, e avvicinarci invece a 1,5 gradi? In base della recente relazione dell’Unfcc (la Convenzione quadro Onu sul clima, ndr) vediamo che Gli attuali ndc (i contributi definiti a livello nazionale per la riduzione delle emissioni, ndr) non sono in linea con gli accordi di Parigi, e quindi continuiamo ad andare verso la direzione molto pericolosa di un riscaldamento globale di più di 2 gradi Celsius. E’ preoccupante, dobbiamo fare di più”.

“Il secondo pilastro riguarda il finanziamento per il clima” per i paesi meno sviluppati. “Il terzo Pilastro riguarda il ‘rule box'”, ovvero la regolamentazione per i mercati internazionali dei permessi di emissione della CO2. “Durante la Cop 26 – ha indicato von der Leyen – dobbiamo registrare dei progressi per questi tre punti: l’ambizione di tagliare ora più emissioni, la ‘finanza climatica’ a sostegno dei paesi meno sviluppati, e il completamento del ‘rule book’, e mi aspetto che i negoziatori avanzino davvero su questi tre nodi”. “L’Europa – ha continuato la presidente della Commissione – sta andando nella giusta direzione per diventare il primo continente a conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Abbiamo già ridotto le nostre emissioni di più del 31% rispetto al 1990, e al contempo le nostre economie sono cresciute del 60%. Questo è un messaggio incoraggiante, che dimostra che si possono ridurre le emissioni di gas serra e si può contemporaneamente crescere prosperare, ma in modo sostenibile”. Per questo, “ci sono molte aspettative nei nostri confronti”. “È positivo vedere che molti più paesi si sono impegnati a raggiungere la neutralità climatica entro la metà del secolo. Ma non ci bastano gli obiettivi, abbiamo bisogno – ha insistito von der Leyen – di piani concreti, di azioni immediate per capire come raggiungere questi obiettivi entro questo decennio; perché più aspettiamo e più sarà costoso”.

“Alla Coop 26 – ha annunciato infine la presidente della Commissione – lanceremo una serie di nuove azioni. Io lancerò insieme al presidente americano Joe Biden un impegno globale per la riduzione delle emissioni di metano di almeno il 30% entro il 2030″. Nelle politiche climatiche “il metano è il frutto più facile da cogliere, perché causa un effetto serra 80 volte superiore a quello della CO2: quindi dobbiamo agire e possiamo fare molto. Sono lieta di constatare che finora 60 paesi hanno aderito a questo impegno”. Un’altra nuova iniziativa sarà quella di “un contributo finanziario di un miliardo di euro all’impegno globale per le foreste, di cui 250 milioni andranno al bacino del Congo. La protezione delle foreste è una priorità per l’Ue; in tutto il mondo sono il nostro migliore alleato contro il cambiamento climatico”, ha ricordato von der Leyen. 

“La terza iniziativa – ha proseguito – riguarda l’innovazione, che è fondamentale per combattere cambiamenti climatici e per passare a una economia circolare, con delle procedure di produzione e con un consumo più sostenibili. Dobbiamo dimostrare che investimenti e innovazione verde hanno i loro risultati. A Glasgow lanceremo insieme a Bill Gates il programma ‘Energy Breakthrough Catalyst’. L’innovazione all’inizio è costosa, ma vogliamo sostenere iniziative innovative in modo che possano arrivare più rapidamente sul mercato. Parliamo ad esempio – ha indicato la presidente della Commissione – di idrogeno pulito, combustibili sostenibili per l’aviazione, cattura e stoccaggio del carbonio, stoccaggio dell’energia”. “Infine, con Regno Unito, Stati Uniti, Germania e Francia, insieme al Sudafrica vogliamo lanciare un partenariato per una transizione energetica equa. Si tratterà di sostenere il Sudafrica nell’eliminare più rapidamente il carbone e sviluppare le energie rinnovabili. Ci stiamo ancora lavorando, ma sono certa – ha concluso von der Leyen – che riusciremo a lanciare questo partenariato, che potrà diventare un modello per sostenere la transizione in tutto il mondo, per tutti i paesi”.

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