Galere super affollate. Italia maglia nera

L’Italia è seconda solo alla Serbia per sovraffollamento nelle carceri. È la maglia nera d’Europa. Lo afferma un rapporto del Consiglio d’Europa relativo al 2012 e reso pubblico ieri, nel quale si legge che i Paesi dove la situazione rimane più grave sono Serbia, Italia, Cipro, Ungheria e Belgio. Per il Consiglio d’Europa afferma che il sovraffollamento dei penitenziari è un problema che persiste nei Paesi europei, e raccomanda ai governi di fare un uso più ampio di misure alternative alla detenzione. Nel rapporto si legge che i Paesi europei non hanno ridotto significativamente il sovraffollamento nelle carceri, nonostante l’aumento dei casi monitorati dalle agenzie per la libertà vigilata. Secondo le statistiche penali annuali dal 2011 al 2012 il numero di detenuti nelle prigioni europee è diminuito da 99,5 a 98 ogni 100 posti disponibili. Nonostante la riduzione di quasi 90mila individui nella popolazione delle carceri (un 5% di riduzione dai 1.825.000 del 2011 e dal 1.737.000 del 2012), il sovraffollamento rimane un problema grave per 21 amministrazioni penitenziarie in Europa. In Italia ci sono 145,4 detenuti per 100 posti disponibili, contro una media di 98 su 100: è la situazione peggiore dell’Unione europea a 28 Paesi, mentre fra i 47 paesi che fanno parte del Consiglio d’Europa solo in Serbia il sovraffollamento è maggiore. “I detenuti nelle carceri – chiosa il segretario del sindacato della polizia penitenziaria Sappe, Donato Capece – il 31 marzo scorso erano 60.197 (57.644 uomini e 2.553 donne). Lo stesso giorno di un anno fa, ossia il 31 marzo 2013, erano complessivamente 65.831 e quindi, in un anno, c’è stato un calo oggettivo di 5.634 detenuti ma non si è dimezzato alcunchè”.

Nel Belpaese il più elevato numero di detenuti è per reati legati al traffico di droga, pari al 38,8% del totale dei condannati, contro una media europea del 17,1%. Mentre sono solo lo 0,7% dei detenuti per reati legati alla criminalità organizzata. Anche se si registra un significativo aumento delle persone sotto la supervisione di servizi di custodia e di libertà vigilata (fino al 13,6% dal 2011 al 2012, e del 29,6% rispetto al 2010), molti Paesi non stanno introducendo abbastanza alternative alla detenzione, e la usano raramente per sostituire la detenzione prima dei processi: solo il 7% degli imputati in attesa di processo è stato messo sotto la supervisione dei servizi di libertà vigilata. Il comitato dei ministri del Consiglio d’Europa e altri enti come il Comitato per la prevenzione delle torture hanno raccomandato agli Stati membri di affrontare il problema del sovraffollamento con forza. “Dalle ultime stime di ieri – commenta il capo dipartimento del Dap, Giovanni Tamburino, parlando ieri mattina ai microfoni di RaiUno – la presenza dei detenuti nelle nostre carceri è quantificabile in poco meno di 60 mila, esattamente 59.700, ai quali vanno tolti 800 mila che sono in semilibertà, e quindi si trovano in sezioni esterne al carcere.

Ma il fenomeno del sovraffollamento esiste ovviamente. Però va detto che il problema dell’indulto e dell’amnistia è prettamente politico, sono misure che devono essere decise dal Parlamento a maggioranza – prosegue – visto che dal 1990 è stata apportata una modifica costituzionale che richiede il voto favorevole dei 2/3 del Parlamento”.
Nelle carceri a soffrire non sono solo i detenuti. Ieri a Padova è stato trovato il corpo di un poliziotto penitenziario di 49 anni, M.C., padre di tre figli, che si è sparato. A darne notizia Donato Capece, del Sappe. “Una tragedia senza un perché – dice – Cento casi dal Duemila ad oggi sono una enormità”. (Il Tempo)

 

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