Gambiano arrestato, progettava auto contro folla
Era entrato in Italia l’anno scorso insieme a 638 migranti. Aveva giurato davanti al capo della Daesh, Touray Algie
Ha giurato davanti al califfo Abu Bakr al-Baghdadi capo riconosciuto di Daesh, Touray Algie, il cittadino gambiano arrestato a Napoli per terrorismo. Era ospite di un centro di accoglienza per migranti di Pozzuoli da circa un anno, titolare di un foglio di soggiorno provvisorio in attesa di definizione di un procedimento dopo la richiesta di protezione internazionale. Era entrato in Italia il 22 marzo dell’anno scorso nel porto di Messina insieme a 638 migranti, di cui 209 erano proprio provenienti dal Gambia, tutti i partiti dalla Libia. L’uomo, fermato il 20 aprile scorso, ha anche ammesso in sede di interrogatorio di aver prestato giuramento perche’ aveva ricevuto istruzioni via Telegram per lanciare un auto contro la folla, anche se ha detto in maniera contraddittoria di non aver mai avuto una reale intenzione di compiere l’attentato. Touray Alagie e’ nato in Gambia il 10 dicembre 1996, e deve rispondere di partecipazione all’organizzazione terroristica denominata Islamic state o Daesh.[irp]
Le indagini sono partite dall’acquisizione del video diffuso da canali della app Telegram che lo ritraeva proprio nell’atto di prestare giuramento al capo riconosciuto dell’organizzazione terroristica; gli inquirenti sono poi risaliti a lui, identificando la persona ritratta nel video nel 22enne fotosegnalato al momento dello sbarco. La registrazione del video e’ avvenuta all’interno del centro di accoglienza per migranti di Pozzuoli dove lui era da un anno. Il gambiano, durante l’interrogatorio dopo il fermo, ha ammesso di aver personalmente curato questa registrazione audio/video e di aver ricevuto sempre attraverso la stessa app istruzioni per questo attacco terroristico che avrebbe dovuto compiere. Il video e’ stato girato con un cellulare e il 10 aprile scorso all’interno della sala mensa della struttura alberghiera in localita’ Licola che e’ adibita a centro di accoglienza ed e’ stato inviato attraverso un canale Telegram a utenti che non sono ancora identificati fra il 12 e il 13 aprile.[irp]
Poi Touray in alcune chat di Telegram ha chiesto a diversi interlocutori a mezzo di messaggi vocali di “pregare per lui” perche’ era “in missione”. Il fermo e’ stato convalidato dal gip p di Napoli 24 aprile scorso con la contestuale emissione di un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere perche’ il 22enne in concorso con altre persone non ancora identificate partecipava a una associazione terroristica internazionale ramificata in piu’ Stati anche europei capeggiata dal califfo al Baghdadi che ha come finalita’ quella di compiere atti di violenza per intimidire e destabilizzare strutture politiche e costituzionali degli Stati interessati. Il ragazzo ha giurato “fedelta’ al califfo dei musulmani nei momenti difficili e facili, nel mese di Rajab giorno 2” in nome di Allah “testimone di quello che dico”. Le indagini proseguono per ricostruire ogni aspetto della vicenda ma soprattutto le modalita’ e le circostanze del percorso di radicalizzazione di reclutamento del 22enne.[irp]