Cronaca

Omicidio di Garlasco, nuovo indagato dai pm di Pavia. Pg di Milano, “fondata” revisione processo

Si chiama Andrea Sempio il giovane finito sotto indagine nell’inchiesta bis avviata dalla Procura di Pavia sull’omicidio di Garlasco. La sua iscrizione nel registro degli indagati è scattata come atto dovuto dopo l’esposto presentato nei giorni scorsi dall’avvocato Fabio Giarda, storico legale di Alberto Stasi, l’ex bocconiano condannato in via definitiva a 16 anni per il delitto della sua fidanzata Chiara Poggi. E così il procuratore generale di Milano Roberto Alfonso ha ritenuto ‘fondata’ l’istanza di richiesta della revisione del processo e l’ha trasmessa alla Corte d’Appello di Brescia. L’istanza era basata sulle indagini difensive che avrebbero accertato la presenza del dna di Andrea Sempio, il giovane ora indagato dalla Procura di Pavia, sotto le unghie di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007.

Il capo della Procura Generale milanese aveva la possibilita’ di rigettare o accogliere l’istanza con cui si chiede la riapertura del processo facendo una prima valutazione delle indagini. Ora, la Corte d’Appello di Brescia aspettera’ gli esiti dell’inchiesta di Pavia e poi, sulla base di questi, decidera’ se sospendere l’esecuzione della pena a 16 anni di carcere inflitta a Stasi e rifare il processo oppure rigettare la richiesta di celebrare un nuovo giudizio. Chiara Poggi (foto) è stata uccisa nella sua villetta di Garlasco la mattina del 13 agosto 2007. Ai tempi, Sempio era un amico di Marco, fratello di Chiara, e frequentava la famiglia Poggi. Saranno le indagini a stabilire se quelle tracce di dna bastano a incastrarlo e a scagionare Stasi, così come auspicato dall’avvocato Giarda. Secondo l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale di parte civile della famiglia Poggi, quel materiale genetico non dimostra nulla perché è un campione talmente deteriorato e scarso da non avere nessuna validità scientifica. Inoltre, sostiene sempre l’avvocato Tizzoni, dal processo è emerso che Chiara è rimasta vittima di un’aggressione improvvisa e che non ha avuto alcuna possibilità di difendersi. Non è affatto detto, secondo il legale della famiglia Poggi, che quelle tracce di dna appartengano al killer che ha ucciso Chiara.

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redazione