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Gas russo, l’Ue perplessa su “price cap”. Prossima settimana la bozza Ue

“Sono lieta di constatare che i ministri, dopo il loro confronto odierno, sono pronti a sostenere una risposta rapida e coordinata per affrontare gli ultimi forti rincari dei prezzi dell’energia e alleviare il pressione sui nostri cittadini e imprese”. La commissaria europea all’Energia, Cadri Simson, ha presentato così, questo pomeriggio a Bruxelles, i risultati del Consiglio Ue straordinario che doveva discutere le cinque proposte di misure, ipotizzate per ora informalmente dalla Commissione, contro i forti aumenti dei prezzi del gas e dell’elettricità, causati soprattutto dalle manipolazioni del mercato da parte della Russia. “Durante l’estate – ha ricordato la commissaria nel corso della conferenza stampa al termine della riunione -, le condizioni meteorologiche estreme causate dai cambiamenti climatici hanno aumentato le divergenze tra domanda e offerta di energia. In diversi Stati membri la siccità ha ostacolato produzione di energia idroelettrica e nucleare, e in seguito abbiamo avuto prezzi record”.

Alla Commissione, ha riferito, “abbiamo lavorato per tutta l’estate per progettare una serie di misure che, prese insieme, aiuteranno i consumatori dell’Ue a pagare le loro bollette e a riportare in equilibrio i mercati dell’energia”. A questo punto, Simson ha riassunto le misure che la Commissione aveva già delineato con la pubblicazione di un “non paper” mercoledì scorso, e che presenterà formalmente martedì prossimo a Strasburgo, dopo aver preso in conto i risultati del dibattito ministeriale di oggi fra i Ventisette. “Innanzitutto – ha detto la commissaria -, dobbiamo ridurre il consumo di elettricità in modo intelligente. Ciò significa concentrarsi sulle ore di punta, quando le centrali elettriche a gas vengono messe in linea per coprire l’elevata domanda, aumentando i prezzi dell’elettricità. Intendiamo proporre – ha annunciato – un obiettivo obbligatorio per gli Stati membri per la riduzione i consumi nelle ore di picco” dei prezzi dell’elettricità. “Dovranno quindi attuare quest’obbligo in base alle loro circostanze nazionali”. Da notare che alcuni Stati membri erano contrari al carattere obbligatorio di questa specifica modalità di risparmio energetico “intelligente”.

“In secondo luogo – ha continuato Simson -, abbiamo bisogno di strumenti che assicurino una distribuzione più equa degli alti ricavi di cui godono attualmente alcuni operatori nel settore energetico. Da un lato, proponiamo di limitare le entrate per le tecnologie infra marginali” ovvero quelle che usano le fonti rinnovabili e il nucleare. “Si tratta di tecnologie che producono elettricità a un prezzo inferiore rispetto a quello determinato dalle centrali elettriche a gas”. I ricavi di queste tecnologie non fossili “sono spinti a livelli senza precedenti dall’alto prezzo del gas. Questa misura – ha spiegato la commissaria – genererà un reddito che dovrà essere utilizzato dagli Stati membri per finanziare il sostegno agli utenti di energia, riducendo il prezzo pagato per l’elettricità dalle famiglie, dalle Pmi e dall’industria”. “Fisseremo il limite – ha assicurato Simson – a un livello tale da preservare gli incentivi agli investimenti nelle energie rinnovabili, che è uno dei principali vantaggi dell’attuale struttura del mercato”.

“Ma non ha senso – ha osservato la commissaria introducendo la terza proposta – limitare i ricavi delle fonti a basse emissioni di carbonio, lasciando intatti quelli dei combustibili fossili. I ricavi delle società di combustibili fossili sono aumentati molto negli ultimi mesi, e quindi proporremo un contributo di solidarietà sui loro profitti. I proventi di questa misura saranno destinati ad aiutare i consumatori e le aziende vulnerabili, o dovranno essere investiti nelle energie rinnovabili”. Il quarto ambito di intervento, ha indicato Simson, “riguarderà i mercati finanziari dei prodotti energetici. L’incertezza creata dal comportamento della Russia sta mettendo ulteriormente sotto stress il commercio di elettricità. Dobbiamo stabilizzare i mercati dei ‘future’ ed evitare che le aziende soffrano a causa di problemi di liquidità. Ci impegneremo con i regolatori dei mercati finanziari e bancari per intraprendere un’azione rapida. Esamineremo anche il nostro ‘Quadro temporaneo’ di crisi per gli aiuti di Stato, per vedere se possiamo semplificare le procedure per affrontare le lacune di liquidità attraverso la concessione di garanzie statali” alle imprese che ne hanno bisogno.

In questo contesto, Simson ha annunciato che “la Commissione è pronta a sviluppare un indice di mercato complementare per il gas naturale liquefatto (Gnl). L’attuale parametro di riferimento per i prezzi del gas, noto come Ttf (‘Title Transfer Facility’, che è il punto di scambio virtuale di Amsterdam, ndr), è collegato a un mercato relativamente ristretto e basato sui gasdotti, che non riflette – ha spiegato la commissaria – la realtà attuale nella Unione europea”. Infine, la quinta proposta, la più controversa: il tetto al prezzo del gas (“price cap”), con le due opzioni: generalizzato per tutti i fornitori o limitato solo alle importazioni attraverso i gasdotti dalla Russia. “Dobbiamo massimizzare – ha affermato la commissaria – gli strumenti a nostra disposizione per abbassare i prezzi del gas alla fonte. Stiamo esplorando la possibilità di imporre un tetto massimo di prezzo ai gasdotti russi, una mossa che potrebbe colpire le casse di Putin e non consentire più alla Russia di mantenere le sue entrate (i pagamenti per le forniture di gas all’Ue, ndr) nonostante il taglio dell’offerta”.

“La fornitura di gas russo all’Ue attraverso i gasdotti – ha sottolineato Simson – è drasticamente diminuita nell’ultimo anno, scendendo negli ultimi giorni da oltre il 40% dell’anno scorso a circa il 9%” degli approvvigionamenti dei paesi membri. “Intendiamo anche – ha aggiunto la commissaria – intensificare il lavoro della Piattaforma sull’energia (che raggruppa gli Stati membri per aumentarne il potere di mercato, ndr) per negoziare prezzi più bassi per il gas da altri fornitori, e ho intenzione di visitare l’Algeria nel prossimo futuro per discutere ulteriori forniture all’Europa”. Sul “price cap”, in realtà, le conclusioni del Consiglio Energia di oggi sono piuttosto ambigue. Nella nota riassuntiva della presidenza di turno, al punto 8, si legge che i ministri invitano la Commissione, entro la metà di settembre, “a proporre un intervento temporaneo di emergenza, che includa un tetto al prezzo del gas”. Si parla chiaramente, in questo caso, di una ipotesi di “price cap” generalizzato, e non limitato al gas russo.

“Le misure specifiche in tal senso – spiega la nota – dovrebbero anche contribuire a limitare l’impatto dei prezzi elevati del gas sui mercati dell’elettricità dell’Ue e sui prezzi dell’energia per i clienti. Queste misure – continua il testo – dovrebbe andare a beneficio dei consumatori europei per alleviare le conseguenze sociali ed economiche degli attuali prezzi elevati dell’energia, e delle aziende europee per non mettere in pericolo la loro competitività, pur preservando l’incentivo a ridurre i consumi di gas ed elettricità e il segnale di mercato per la decarbonizzazione”. Il tetto al prezzo applicato solo al gas russo proveniente dai gasdotti è menzionato esplicitamente dalla nota della presidenza al punto 10, ma con un “caveat” che sembra paradossalmente renderne l’attuazione meno probabile. “I ministri – riferisce la nota – hanno esaminato le possibili opzioni per l’introduzione di un tetto massimo sul prezzo del gas importato da giurisdizioni specifiche”, ma, si avverte, “sono necessari ulteriori lavori sulla possibile introduzione di questa misura”.

La nota di Palazzo Chigi

“Il Consiglio Europeo dei ministri dell’energia segna un passo molto importante nella direzione di ottenere un tetto al prezzo delle importazioni di gas”. E’ quanto viene sottolineato da fonti di palazzo Chigi. “I ministri hanno impegnato la Commissione a presentare una proposta specifica entro metà settembre, insieme ad altre proposte per riformare il mercato dell’energia e ridurre quindi le bollette”. “Come l’Italia sostiene dall’inizio del conflitto in Ucraina – continuano le fonti di palazzo Chigi – un tetto europeo al prezzo delle importazioni di gas è il modo migliore per aiutare le famiglie e le imprese europee, contenere il tasso d’inflazione, ridurre i finanziamenti alla Russia”. “La Commissione e molti altri paesi europei condividono la posizione dell’Italia”, ribadisce il ministro Cingolani. Ora, c’è fiducia che il prossimo Consiglio Europeo dei capi di Stato e di Governo saprà prendere decisioni ambiziose, nell’interesse dei cittadini europei”.

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