Senatore Maurizio Gasparri, lei è stato anche componente della Commissione di vigilanza Rai, è possibile che in piena campagna elettorale la tv di Stato trasmette un’intervista al filosofo francese Bernard Henry Levy che equivale a un attacco, senza contraddittorio, a due partiti italiani (Lega, FdI)?
“Non dovrà essere possibile. Quando è stata fatta la scelta di dare l’incarico a questo giornalista (Marco Damilano, ndr), smarcatamente di parte, invece di attingere alle professionalità interne alla Rai, la stessa tv di Stato aveva rassicurato che tutto sarebbe andato “liscio”, invece… Quindi non sono meravigliato ma sono indignato per l’attività che la sinistra televisiva continua a svolgere nel servizio pubblico come se fosse una propria dependance”.
Eppure c’è il presidente della Commissione Rai che parla di “palese irregolarità”, l’Usigrai di “puntata a senso unico”. In sostanza, ci sono organismi interni ed esterni alla Rai ma spesso nessuno paga per le proprie colpe.
“Invece non dovrebbe essere così. Dovrebbe essere l’Agcom ad intervenire, avendo il compito, tra l’altro, di vigilare se viene applicata la par condicio. Che poi a pochi giorni dal voto è una norma fondamentale”.
Quindi dobbiamo sperare sull’Agcom?
“Mi auguro che intervenga. La cosa grave è che con questo giornalista di parte era prevedibile, e se qualcuno critica, tra l’altro, viene tacciato censore e nemico della libertà”.
Diversi sondaggi rilevano che la maggior parte degli italiani non intende pagare il canone perché la Rai usufruisce anche della pubblicità. Salvini parla di abolizione. Qual è la strada maestra?
“Il canone Rai è una della tasse più impopolari in Italia, quindi i cittadini vorrebbero non pagarla. Il vero problema, grave, è che con i soldi dei cittadini non si pagano i conduttori della sinistra. Se la Rai vive di canone pagato da tutti i cittadini, deve rendere un servizio che sia rispettoso di tutti i cittadini. E la prima è la stessa Rai che delegittima il canone quando mette in campo una realtà di parte, come spesso accade”.
La Rai di un eventuale governo di centrodestra?
“La Rai deve essere inclusiva e aperta a tutte le culture e deve rimanere sotto il controllo del Parlamento che è la rappresentanza di tutti i ‘pensieri’, evitando di diventare una estrinsecazione dei governi che è invece sono espressione di una parte”.
“Il presidente Berlusconi più volte ha affermato che un voto a Forza Italia è maggiore garanzia per un governo di centrodestra. Che vuol dire?
“Oggi abbiamo bisogno un piano europeo dell’energia che necessità di una quantità ingente di risorse per affrontare il caro-bollette. Quindi, dobbiamo avere un partito come FI che sta dentro il Ppe a dialogo con le istituzioni Ue per indurre all’Europa a essere generosa con i suoi popoli, e non sede di dinieghi e regole astruse. Inoltre, ci vogliono degli statisti in grado di mettere fine a questo conflitto russo-ucraino. E il presidente Berlusconi è uno che può tentare questa impresa. Non si può andare avanti a colpi di decreti Aiuti”.
Il suo partito, Forza Italia, parla di rimodulazione e non di abolizione del Reddito di cittadinanza. In pratica?
“Con i soldi destinati alle politiche sociali bisogna difendere i più deboli che sono gli anziani. Quindi portare a mille euro le pensioni minime, sostenere le persone con disabilità e le loro famiglie con relativi stanziamenti e utilizzare quei 10-15 miliardi che i grillini hanno sperperato per andare incontro alle vere e autentiche povertà. Per i giovani, invece, vogliamo usare parte di quei fondi per detassare le assunzioni. A un giovane non si può dare come prospettiva di vita il Reddito di cittadinanza ma un lavoro rilanciando le imprese”.