Brexit non ferma il Pil britannico, Nissan pronta a investire in Inghilterra. May: “Notizia fantastica”
SCHIAFFO ALL’EUROPA L’indice ha registrato una crescita dello 0,5%, un dato superiore alle attese degli analisti
Il Regno Unito incassa due buone notizie sull’economia che sembrano allontanare le preoccupazioni sull’impatto dell’uscita dalla Ue sancita dal recente referendum. Sul versante macroeconomico nel terzo trimestre dell’anno, quello che ha immediatamente seguito la consultazione referendaria, il prodotto interno lordo britannico ha registrato una crescita dello 0,5%. Le stime preliminari pubblicate dall’Ufficio nazionale di statistica segnano un dato superiore alle attese degli analisti con una frenata rispetto al +0,7% del secondo trimestre, ma confermano allo stesso tempo nel complesso l’impressione di solidita’ rilasciata dall’economia britannica dopo il terremoto politico. Le incertezze che circondano i prossimi negoziati sulla Brexit non hanno nemmeno scoraggiato la casa automobilistica giapponese Nissan, che ha appena annunciato che produrra’ il nuovo modello del suo Suv 4×4 Qashqai a Sunderland nel Nord-Est dell’Inghilterra. Il gruppo nipponico sostiene di aver ricevuto garanzie governative sufficienti sulla competitivita’ del sito produttivo, nonostante la Brexit. “Questa e’ una notizia fantastica”, ha dichiarato il primo ministro Theresa May, vedendo “un voto di fiducia”, mentre il paese si prepara a lasciare l’UE.
Toni ottimistici anche dall’ufficio statistico nazionale che, commentando il dato sul PIl, ha rilevato che “la prospettiva di crescita non e’ attualmente generalmente influenzata dal referendum sull’Unione europea mentre una buona prestazione dei servizi ha compensato un calo in altri settori”. Un’osservazione quest’ultima tutt’altro che marginale dal momento che i servizi sono predominanti nell’economia del Regno Unito, grazie ai potenti comparti della finanza, della distribuzione, del trasporto e della ristorazione. Prima del referendum, la stragrande maggioranza degli economisti si aspettava un freno molto piu’ brutale per l’attivita’ in caso di vittoria di Brexit. La Banca d’Inghilterra (BoE) ha anche allentato la sua politica monetaria ai primi di agosto per la prima volta in piu’ di sette anni, abbassando il suo tasso chiave al suo livello piu’ basso per contrastare i rischi di rallentamento. Ma i consumatori del Regno Unito hanno continuato a spendere con forza in tutto questo periodo, senza apparire eccessivamente preoccupati per il forte calo della sterlina nei confronti dell’euro e del dollaro. “I fondamentali dell’economia del Regno Unito sono forti”, ha dichiarato il ministro delle Finanze, Philip Hammond.
Aggiungendo comunque che l’economia del Paese deve “adattarsi ad un nuovo rapporto con l’UE”. Hammond sta attualmente preparando la sua dichiarazione di bilancio autunno il 23 novembre, nel corso della quale si prevede l’annuncio di un pacchetto di aiuti per incrementare l’attivita’ e un leggero allentamento delle misure di austerita’ imposte al Paese dal 2010 . Molti economisti, tuttavia, avvertono che la situazione puo’ essere piu’ difficile il prossimo anno, quando sara’ lanciato in uscita di negoziati formali dell’UE. “La prima stima del PIL conferma che il referendum non ha causato uno shock per l’economia, ma le conseguenze negative del voto sulla Brexit diventeranno sempre piu’ chiare quando l’inflazione decollera’ e le aziende ritarderanno i loro investimenti nei prossimi trimestri “, ha detto Samuel Tombs, un analista di Pantheon Macroeconomics. I prezzi, che avevano ristagnato lo scorso anno hanno infatti iniziato a salire, con l’inflazione che a settembre ha toccato l’1,0% su base annuale, e si prevede un aumento piu’ rapido il prossimo anno quando il crollo della sterlina fara’ salire il costo delle merci importate. Cauto anche il governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, che ha avvertito che le banche operanti nel Regno Unito, si appresterebbero ad “aggiustare” alcune attivita’ il prossimo anno a causa delle incertezze sull’ambiente economico.