Non solo malattie respiratorie, genitori attenti: i figli dei fumatori hanno anche un aumentato rischio cardiovascolare. E non basta fumare sul terrazzo o areare gli ambienti per proteggerli. A essere “incriminato” infatti non e’ solo il fumo passivo, ma anche quello cosiddetto di “terza mano”, ossia quello – non meno dannoso – originato dai prodotti di combustione sprigionati dalla sigaretta che si deposita sui vestiti, sulle pareti, sui mobili, sugli oggetti e che, a contatto con i gas dell’aria, sprigiona sostanze tossiche che rimangono negli ambienti anche per mesi. Sostanze che vengono inalate o assorbite dall’organismo anche semplicemente attraverso il contatto con la pelle. A indagare gli effetti del fumo di sigaretta passivo sul sistema cardiovascolare nelle popolazioni ad alto rischio come quella pediatrica e’ uno studio italiano pubblicato su Thorax, condotto dai Dipartimenti di Medicina interna e di Pediatria e Neuropsichiatria della Universita’ di Roma Sapienza. “Stiamo parlando di effetti a lungo termine”, ha precisato Lorenzo Loffredo, professore aggregato del Dipartimento di Medicina Interna alla Sapienza e primo autore dello studio con Anna Maria Zicari, professoressa aggregata di Pediatria presso l’Universita’ Sapienza di Roma.
“Avere un rischio cardiovascolare aumentato non vuol dire che il figlio di fumatori rischia un infarto, ma che potrebbe avere un rischio aumentato di eventi cardiovascolari in eta’ adulta”, ha aggiunto. Lo studio ha indagato il rischio cardiovascolare nei bambini osservando un aumento dello stress ossidativo e la presenza di disfunzione endoteliale, due condizioni fisiopatologiche che favoriscono la genesi della placca aterosclerotica e di conseguenza aumentano il rischio di complicanze cardiovascolari. Questo gruppo di ricercatori della Sapienza aveva evidenziato in precedenza che negli adulti il fumo di sigaretta aumenta lo stress ossidativo, attivando un enzima (NADPH ossidasi) e diminuendo la biodisponibilita’ di ossido nitrico, che ha una funzione dilatatoria e antiossidante, quindi protegge da aterosclerosi e rischio cardiovascolari. “Lo studio italiano – ha spiegato Zicari – ha valutato la produzione di ossido nitrico in un gruppo di bambini figli di fumatori e in un gruppo di controllo. I figli di fumatori hanno dimostrato di avere una minore produzione di ossido nitrico e piu’ stress ossidativo rispetto ai figli di non fumatori con conseguente alterazione della dilatazione arteriosa”.
Attenzione all’automobile, e’ il luogo piu’ a rischio. In Italia, malgrado l’attuazione di leggi che hanno proibito il fumo nei locali pubblici, esistono ancora ambienti in cui fuma, come l’abitazione privata o l’automobile, luogo particolarmente a rischio. Un danno silente che si rendera’ evidente quando saranno grandi. “La grande importanza di questo nostro studio – ha detto la presidente della Siaip, Marzia Duse – e’ di aver messo in evidenza una condizione altamente predisponente allo sviluppo di disturbi cardiovascolari e di averne documentato lo stretto collegamento con l’esposizione a fumo passivo o di terza mano. Questi dati ci danno la forza dell’evidenza per intervenire con misure educazionali, per cercare di correggere gli stili di vita genitoriali e sociali, puntualizzando come semplici misure comportamentali – smettere di fumare – possano incidere positivamente sullo stato di salute dei nostri figli. Il danno che possiamo procurare loro con il nostro fumo e’ anche e soprattutto ‘nascosto’ e silente, ma ahime’ si rendera’ evidente proprio quando loro saranno grandi e nel pieno della loro attivita’ sociale e lavorativa. Abbiamo il dovere morale di esserne consapevoli”.