La portavoce capo della Commissione europea, Mina Andreeva, ha confermato “on the record”, oggi a Bruxelles, che il nuovo governo Conte ha indicato l’ex premier Paolo Gentiloni come nuovo commissario italiano per il futuro Esecutivo europeo della presidente eletta Ursula Von Der Leyen. Andreeva ha parlato a nome del “transition team” della presidente eletta. La stessa Von Der Leyen comunicherà martedì prossimo la composizione della nuova Commissione con le assegnazioni dei portafogli. “Ringrazio il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per l`incarico conferito – ha dichiarato Gentiloni -. E` una responsabilità che mi onora. Cercherò con tutte le forze e con il mio lavoro di contribuire a una nuova stagione positiva per l`Italia e per l`Europa”. Secondo fonti Ue, Gentiloni incontrerà domani a Bruxelles la presidente eletta del prossimo Esecutivo comunitario, Ursula Von Der Leyen.
DA MAO A BRUXELLES, L’ASXCESA DI GENTILONI
Il nobile dal “passato gruppettaro”, il “Rutelli boy”, il ministro degli Esteri e presidente del Consiglio. Nella parabola umana e politica di Paolo Gentiloni si possono rintracciare queste tre vite e, forse, anche qualche altra. Nasce nel 1954 dalla famiglia dei conti Gentiloni Silveri, nobili di Filottrano, Cingoli, Macerata e Tolentino e ha tra i suoi antenati quel Vincenzo Ottorino che agli inizi del Novecento porta i cattolici nella vita politica italiana. Riceve un’educazione cattolica, frequenta una scuola montessoriana (come ricordera’ con orgoglio piu’ volte nelle sue uscite pubbliche) e fa il catechista con la figlia di Aldo Moro. Ma da ragazzo e’ uno spirito irrequieto: frequenta il liceo Tasso, scuola dell’alta borghesia romana, durante il Sessantotto e nel 1970 scappa anche di casa per andare a partecipare a una manifestazione studentesca a Milano.
Durante gli anni della Sapienza, dove studia Scienze politiche, entra nel movimento studentesco di Mario Capanna dal quale esce non appena questo confluisce nel Partito di Unita’ Proletaria per il Comunismo. Sono anni di fervore politico e intellettuale e Gentiloni abbraccia l’idea Maoista: la sua personale rivoluzione culturale passa per il Movimento dei Lavoratori per il socialismo, che lui stesso contribuisce a fondare divenendone segretario regionale fino a quando anche questo non confluisce nel Partito di Unita’ Proletaria per il comunismo. L’esperienza nella sinistra extraparlamentare permette comunque a Gentiloni di conoscere Chicco Testa ed Ermete Realacci e di accostarsi al movimento ambientalista.
Diventa cosi’ direttore di La Nuova Ecologia, nel 1984, dove rimane per otto anni. Conosce Francesco Rutelli e diverra’ un componente dei cosiddetti “Rutelli Boys” insieme ad altri esponenti dell’attuale Pd: Michele Anzaldi, Roberto Giachetti e Filippo Sensi. Entra nella prima Giunta Rutelli come assessore al Giubileo e al Turismo (1993) e nel 2001 diventa deputato della Margherita. Nel 2006 diventa ministro delle Comunicazioni del governo Prodi II: durante il suo mandato parlamentare, infatti, aveva ricoperto il ruolo di presidente della Commissione di Vigilanza Rai e si era occupato della riforma della legge Gasparri sull’emittenza radiotelevisiva adeguandola alla normativa europea.
E’ rieletto deputato nel 2008, ma e’ nel 2014 che arriva la consacrazione internazionale con la sua nomina a ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale. Gentiloni, che parla fluentemente tre lingue oltre all’italiano, si muove come un veterano dei rapporti diplomatici e quando, nel 2016, cade il governo Renzi e’ lui a prendere le redini di Palazzo Chigi. Da premier, mette la firma agli accordi sui migranti con il premier libico Fayez al Sarraj, assieme al ministro dell’Interno Marco Minniti. Ma e’ con le celebrazioni dei 60 anni dei trattati di Roma e con il G7 di Taormina che Gentiloni ottiene i suoi maggiori successi a livello diplomatico. Dopo le politiche 2018, perse contro i Cinque Stelle, Gentiloni decide di staccarsi da Matteo Renzi, di cui era stato uno dei primissimi sponsor, e sostiene Nicola Zingaretti nella corsa alle primarie diventando, dopo la vittoria del presidente della Regione Lazio, presidente del partito.
LE REAZIONI
“La designazione di Paolo Gentiloni a Commissario europeo è un’ottima notizia. Felice per lui e per l’Italia”. Lo ha scritto su Twitter il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, augurando “buon lavoro” all’ex premier Paolo Gentiloni indicato oggi dal governo come commissario europeo. L’Italia, ha detto Gori, “volta pagina e torna nel migliore dei modi al tavolo di governo dell’Unione”.
”In bocca al lupo a Gentiloni per il nuovo e importante incarico. La portata della sfida è alta. Siamo sicuri che metterà a frutto tutta l’esperienza che ha acquisito in questi anni di lavoro politico e istituzionale”. Lo afferma il segretario nazionale Udc, Lorenzo Cesa.
”La nomina di Paolo Gentiloni come commissario europeo da parte del governo italiano è una grande soddisfazione per il Pd in Europa. Con Gentiloni abbiamo lavorato in questi anni quando come ministro degli Esteri e come presidente del Consiglio ha mantenuto una costante e proficua interlocuzione con gli eurodeputati italiani. È stata fatta la scelta giusta per segnare un cambio di passo e rompere l’isolamento subito dall’Italia nei mesi passati. Siamo pronti ad affrontare l’esame dei nuovi Commissari e del programma della Commissione Europea, forti della designazione di una figura di elevato spessore da parte del nostro Paese”: Lo dichiara Brando Benifei, capodelegazione del Partito Democratico al Parlamento Europeo.
“A volte ritornano! I cittadini li hanno cacciati dalla porta con le elezioni, il M5S li fa rientrare dalla finestra con l’inciucio. Il 9 settembre tutti in piazza Montecitorio per mostrare il nostro dissenso verso il governo degli inciuci e delle poltrone!”. Lo scrive su Twitter il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
L’ex segretario del Partito democratico, Maurizio Martina, augura su Twitter “in bocca al lupo a Paolo Gentiloni designato Commissario europeo” e commenta: “Un convinto europeista e patriottico. Fara’ bene, aiutera’ a cambiare in meglio l’Europa, terra’ alto l’onore dell’Italia”.
“Il fatto che lItalia sia rappresentata in Commissione Europea non da un sovranista come sembrava fino a un mese fa ma da Paolo Gentiloni è unottima notizia per lItalia. E per lEuropa. Buon lavoro”. Lo scrive su Twitter l’ex premier, oggi senatore Pd, Matteo Renzi.
Il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi commenta, su Twitter, la nomina di Paolo Gentiloni a commissario europeo: “Complimenti e auguri a Paolo Gentiloni: preparato, misurato, un gentiluomo nelle istituzioni. Una scelta ottima come Commissario europeo. Una fortuna – conclude – per l’Europa e per l’Italia”.
Il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, commenta la nomina di Paolo Gentiloni, presidente del partito democratico, a commissario europeo. “Felice per Paolo Gentiloni designato Commissario Ue – scrive su Twitter – Ottima scelta per l’Italia – aggiunge – che torna protagonista in Europa”.
“L’indicazione di @PaoloGentiloni alla #Commissione #UE è un pezzo importante della #discontinuità che il @pdnetwork vuole per l’Italia, a testa alta ma dentro l’Europa, non contro. Il nazionalismo di Salvini resta il primo pericolo da combattere. Anche per il #GovernoConte2”. Su twitter il commento di Debora Serracchiani su Paolo Gentiloni indicato alla commissione Ue.
“La scelta del governo di indicare Paolo Gentiloni come Commissario italiano all’Ue ci riempie di gioia. A lui vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro”. Cosi’ in una nota il gruppo capitolino del Pd. “La scelta di un convinto europeista, rafforza la presenza italiana nell’Unione. Le sue competenze saranno utili al rilancio e al rinnovamento delle istituzioni europee”, conclude la nota.
“Il nome di Gentiloni candidato alla Commissione Ue mi sembra scontato, era gia’ nell’aria. Gentiloni e’ uomo certamente di grande esperienza, ha le doti da diplomatico, non ci sono dubbi, resta la perplessita’ per un’Europa che non ha saputo produrre l’alternanza che auspicavo. Ancora una volta ci prepariamo a una legislatura all’insegna di una grande coalizione”. Lo ha detto il presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo! Giovanni Toti.
“La nomina di Paolo Gentiloni a commissario europeo per l’Italia è un fatto importante per il nostro Paese. Era difficile fare una scelta migliore, per l’esperienza e l’equilibrio dell’ex presidente del Consiglio e già ministro degli Esteri, una persona con una collaudata e autorevole rete di rapporti internazionali. Il decisivo commissariato all’Economia rende ancora più significativa questa decisione. Con l’Europa c’è un rapporto da rinsaldare, un ruolo dell’Italia da riaffermare. Penso che Paolo sia la persona giusta. Buon lavoro!”. Lo dichiara Maurizio Lupi, presidente dei deputati di NcI-Usei.
La Cgil nazionale, in una nota, scrive che “a Paolo Gentiloni, indicato dal governo come commissario italiano all’Ue vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro. Si e’ scelta una persona competente, convinta europeista, attenta al lavoro e al rapporto con le parti sociali, che anche in Europa sapra’ dialogare positivamente con i sindacati. Le sue competenze”, conclude la nota del sindacato di Maurizio Landini, “saranno sicuramente utili a ridare vigore a un progetto di Europa unita, solidale e democratica”.
”Gentiloni commissario Ue è una buona notizia per l’Europa. Buon lavoro Paolo!”. Lo scrive su Twitter il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova.
“A Paolo Gentiloni i miei complimenti per l’incarico ricevuto e auguri di buon lavoro. Da lui e dalla nuova Commissione europea ci aspettiamo moltissimo visto che sarà presto chiamata a ripensare e riorganizzare la nostra casa comune europea sanando tutti quegli squilibri che, negli ultimi anni, hanno penalizzato alcuni Paesi. Ci aspettiamo ovviamente regole purché certe, condivise ed eque”. È quanto afferma, in una nota, il presidente della commissione Politiche Ue alla Camera Sergio Battelli (M5s). “Sono certo che il nuovo assetto europeo saprà far proprie alcune sollecitazioni ricevute dagli Stati membri. Penso, ad esempio, a quelle impresse dal nostro premier Giuseppe Conte nelle ultime occasioni di confronto e cioè una sempre maggiore solidarietà e democratizzazione dell’Unione europea, il superamento del Regolamento di Dublino, il salario minimo, la difesa dell’ambiente. Sono solo alcuni di una lunga serie di obiettivi urgenti che non possono essere disattesi. In ballo non c’è solamente la necessità di ricostruire la credibilità e l’affidabilità dell’Unione europea, ma l’urgenza di garantire un futuro migliore ai nostri cittadini” conclude Battelli.