Gentiloni è il nuovo ministro degli Esteri. Ecco come nasce la sua nomina

Gentiloni è il nuovo ministro degli Esteri. Ecco come nasce la sua nomina
31 ottobre 2014

Matteo Renzi ha rinunciato a proporre una donna, preferibilmente giovane; Giorgio Napolitano ha accettato un nome che non vanta nel curriculum particolari esperienze di politica estera. Ma il premier affida la Farnesina ad un suo fedelissimo, e il capo dello Stato può contare su un ministro degli Esteri di sicura capacità politica. Il compromesso porta il nome, ed i cognomi, di Paolo Gentiloni Silveri: famiglia nobile, in politica da sempre – partendo dal Partito di Unità proletaria per il comunismo, passando per la Margherita fino a diventare renziano senza macchia – e già con l’esperienza da ministro alle Comunicazioni, unico membro della squadra Renzi ad aver già guidato un dicastero. L’ok arriva questa mattina, in un colloquio telefonico tra Renzi e Napolitano, decisivo per superare lo stallo creatosi ieri dopo la fumata nera sulla rosa portata al Colle dal premier: nessuno dei nomi indicati – Marina Sereni, Elisabetta Belloni, Lia Quartapelle – corrispondeva all’identikit auspicato da Napolitano. Nulla a che vedere col genere, nè con l’età, ma l’accento Napolitano lo pone sulla capacità politica e sulla necessità di essere da subito in grado di affrontare le delicate questioni di uno dei periodi più complicati degli ultimi decenni dal punto di vista geopolitico.

Un profilo distante da quelle che sembravano le priorità di Renzi: una donna, in primo luogo, per garantire l’equilibrio di genere nella sua squadra, e che lasciasse spazio al premier per condurre in prima persona la politica estera. Tanto che una decisione attesa da mesi, da quando si è avuta la certezza che Federica Mogherini sarebbe stata la prossima Alta Rappresentante della Ue, è dovuta arrivare all’ultimo giorno utile prima di conoscere la soluzione. E appunto con un compromesso: Renzi ha rinunciato alla sua rosa di donne, ma non è arrivata la promozione per il candidato che sembrava più corrispondere al profilo di Napolitano, il viceministro Lapo Pistelli.

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Quanto fosse a sorpresa il nome di Gentiloni, non è dato saperlo. Dallo staff di Renzi assicurano che da tempo era oggetto di valutazione da parte del premier, ma fonti vicine al diretto interessato spiegano che solo questa mattina è arrivata la telefonata di Renzi che annunciava la nomina alla Farnesina.
Tanto che Gentiloni alle 17 ha lasciato il suo ufficio da deputato per passare a casa e indossare l’abito per l’occasione. “Dopo tanti anni non ci pensava più che sarebbe tornato a fare il ministro”, dicono i colleghi a lui più vicini, che respingono le perplessità avanzate circa l’effettiva esperienza diplomatica di Gentiloni: “Prima di tutto è un politico vero, che sa come muoversi. E poi ha sempre frequentato ambienti internazionali, parla correttamente tre lingue, ed è un ‘secchione'”. Come dimostra, dicono le stesse fonti, l’attegiamento tenuto in questa legislatura come componente proprio della Commissione Esteri della Camera, oltre che del Comitato permanente Africa e questioni globali: “Sa tutto di ogni dossier affrontato in Commissione”, assicurano, e insomma “ne sa più di ogni altro nome circolato…”.

Alla fine, i renziani doc guadagnano un’altra casella di peso, e ancora una volta affidata ad uno dei “Rutelli boys”. A questa si somma l’incarico di governo per Davide Faraone, nuovo sottosegretario all’Istruzione in sostituzione dell’altro renziano della prima ora Roberto Reggi. Alla minoranza però il premier lancia comunque un segnale importante: la nomina della bersaniana Paola De Micheli a sottosegretario all’Economia, in sostituzione di Giovanni Legnini.

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