Gentiloni da Pechino vola da Putin, Italia “ponte” con G7 e Europa

Gentiloni da Pechino vola da Putin, Italia “ponte” con G7 e Europa
16 maggio 2017

L’Italia è un “interlocutore privilegiato” della Cina, così come vuol essere un “ponte” tra la Russia e l’Ue. E’ questo il riconoscimento che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni incassa lasciando Pechino dopo il “Belt and Road Forum”, gli incontro bilaterali con il presidente cinese Xi Jimping e il primo ministro Li Keqiang e alla vigilia del faccia a faccia con Vladimir Putin a Sochi. Un ruolo che l’Italia vuol giocare già dal prossimo G7, così come al prossimo vertice Nato e in Europa. “Mi ha colpito nella discussione con Xi Jinping – ha detto Gentiloni – la fiducia che ha confermato nel futuro dell’Europa, nel rapporto tra Cina e Ue come fosse un pilastro della stabilità mondiale necessario, e mi ha colpito il riconoscimento di un ruolo che definiscono di equilibrio dell’Italia su scala mondiale, anche in vista degli appuntamenti futuri, primo quello del G7”. E infatti l’Italia è stato l’unico invitato, tra i Paesi del G7, al Forum di Pechino, e Gentiloni (che non manca di sottolinearlo) approfitta della conferenza stampa finale proprio per mandare un messaggio di “mediazione” all’Europa, che con la Cina ha ancora rapporti difficili sul piano commerciale. “Il negoziato tra Cina e Ue è faticoso, una nuova tappa ci sarà agli inizi di giugno. I problemi non si risolvono con la bacchetta magica”, ammette, ma in un contesto in cui si torna a parlare di misure protezionistiche, le relazioni con la Cina “acquistano un valore particolare”.

Del resto l’Italia è saldamente ancorata all’Unione europea ma ha con la Cina relazioni strategiche, confermate con il rinnovo del Piano di azione per il rafforzamento della cooperazione economica, commerciale, culturale e scientifico-tecnologica tra Italia e Cina 2017-2020. Con l’accordo, tra l’altro, viene riconosciuta l’esigenza di intensificare gli scambi commerciali con una priorità per ambiente ed energia sostenibile; agricoltura; urbanizzazione sostenibile; settore della sanità; aviazione; tecnologie spaziali e relative applicazioni; infrastrutture e trasporti. Altri accordi sottoscritti ieri sono quelli sull’agricoltura e per la creazione di un Fondo sino-italiano per gli investimenti nelle Pmi, con una dotazione di 100 milioni. L’Italia punta a incrementare le sue esportazioni in Cina (che nel 2016 hanno superato per la prima volta gli 11 miliardi) ma un altro obiettivo è infatti quello di attrarre capitali nel nostro Paese. Un’ipotesi su cui c’è interesse da parte asiatica. “Se ne è discusso parecchio, anche ieri nella cena in ambasciata con i principali fondi sovrani cinesi, sia per il settore immobiliare che per altri investimenti strategici”, ha rivelato, senza però entrare nel dettaglio rispetto a un eventuale interessamento anche per Alitalia. “In generale sì, nei particolari consentitemi di non entrare”, si è limitato a dire il presidente del Consiglio.

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Nel primo pomeriggio di Pechino Gentiloni è poi ripartito per arrivare, ieri sera a Sochi, dove oggi vedrà il presidente russo Vladimir Putin. Sul tavolo i grandi temi di politica internazionale: la lotta al terrorismo, la questione ucraina, la Siria, la Libia. E anche con il leader russo Gentiloni vorrà mostrare di poter essere, come ha più volte detto, un interlocutore fermo sui principi ma disponibile al dialogo. E comunque un partner economico e culturale importante: in questo quadro saranno firmati quattro accordi in materia di energia (a partire da uno tra Eni e Rosneft); un’intesa che coinvolge l’Anas, progetti comuni in tema di università. Poi il premier ritornerà in Italia (improbabile che già stasera possa essere all’Eliseo da Macron, ma i due dovrebbero vedersi in settimana) dove troverà un’atmosfera di fibrillazione, per le polemiche sui passaggi dell’intercettazione della telefonata tra Matteo Renzi e il padre pubblicati dal “Fatto quotidiano” e per le opposizioni ancora all’attacco della sottosegretaria Maria Elena Boschi. Anche se Gentiloni stamani ha detto di considerare il caso chiuso: “La vicenda della sottosegretaria Boschi è nota, lei ha già ampiamente chiarito, non mi pare che ci siano novità e non ci sono certamente implicazioni per il governo”.

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