Gerard Depardieu sotto accusa: la Procura chiede 18 mesi per presunte molestie sessuali

Gérard Depardieu
Il Tribunale penale di Parigi ha visto ieri il capitolo finale delle udienze nel processo a carico di Gérard Depardieu, il celebre attore francese di 76 anni accusato di aver molestato sessualmente due donne sul set del film Les Volets Verts (Le persiane verdi) nel 2021. La Procura ha chiesto per lui una pena di 18 mesi di carcere con la sospensione condizionale della pena, oltre a una serie di misure accessorie che includono una multa di 20.000 euro, l’obbligo di cure psicologiche e l’iscrizione nello schedario degli autori di reati sessuali.
L’accusa: “Un abuso di potere incontestabile”
Il procuratore ha ricostruito le dinamiche del caso, sottolineando come le vittime fossero in una posizione di “inferiorità sociale” rispetto all’attore, figura dominante sul set. Tre testimoni oculari hanno confermato gli episodi contestati, mentre alcune testimonianze sono state ritenute coerenti nonostante alcuni cambiamenti nelle dichiarazioni.
“Ciò costituisce innegabilmente un’aggressione sessuale”, ha ribadito Guy, richiamando l’attenzione sulla gravità dell’accaduto. Per il procuratore, la condanna non è solo una questione di giustizia individuale, ma anche un segnale chiaro contro ogni forma di violenza di genere.
La difesa: “Menzogne e calunnie”
Depardieu, apparso visibilmente provato dopo tre giorni di udienze, ha negato ogni accusa. “Per tre anni ho subito menzogne, calunnie che divorano il sangue e il desiderio di comunicare con esseri di tutte le età”, ha dichiarato prima di lasciare l’aula. L’attore ha ammesso di aver pronunciato alcune frasi oscene, ma ha respinto qualsiasi intento sessuale o malizioso.
Il suo avvocato, Jérémie Assous, ha espresso soddisfazione per la possibilità concessa al suo assistito di spiegarsi davanti alla corte. Tuttavia, ha evidenziato lo stress emotivo e fisico derivante da un processo così mediatico e prolungato: “È estenuante. Si consuma molta energia in questo tipo di processi, e tutti ne escono provati”.
Le parole delle parti civili e la critica alle argomentazioni misogine
Le accuse contro Depardieu sono state portate avanti dalle due donne, che hanno descritto un clima di disagio e intimidazione sul set. Una delle loro avvocate ha criticato duramente le tesi difensive, tra cui l’insinuazione che le denunce nascondessero “problemi psichiatrici”.
“Abbiamo raggiunto l’apice delle argomentazioni misogine”, ha dichiarato l’avvocata, sottolineando come simili narrative rischino di minare la credibilità delle donne che trovano il coraggio di denunciare abusi.
La sentenza attesa per il 13 maggio
Il verdetto sarà reso noto il prossimo 13 maggio. Se condannato, Depardieu dovrà affrontare non solo le conseguenze penali, ma anche il peso di un marchio indelebile nella sua lunga e controversa carriera.
Il caso ha acceso un dibattito nazionale sulla responsabilità delle figure pubbliche e sulle dinamiche di potere nei luoghi di lavoro, soprattutto nell’industria cinematografica. Indipendentemente dall’esito, il processo rimarrà un momento cruciale nella storia giudiziaria e culturale della Francia.