Gere: È un mondo fatto di interessi, io sono fedele a me stesso
L’attore ha presentato il film “L’incredibile vita di Norman”
Chioma bianca candida, camicia di jeans, l’approccio gentile accompagnato da un tono di voce pacato: è apparso così Richard Gere a Roma alla presentazione del suo ultimo film, “L’incredibile vita di Norman”, nei cinema dal 28 settembre. Questa volta sullo schermo appare intabarrato in un cappotto di cammello, con aspetto dimesso e goffo, in una gelida New York: il suo personaggio è un affarista improvvisato alla disperata ricerca di attenzioni e di amicizie. La sua è una corsa per soddisfare i bisogni degli altri, ma quando questo altro diventa il primo ministro di Israele, è difficile non rimanere schiacciati dai giochi di potere e di interessi. “Io penso che questo sia un mondo fatto di scambi, tutti pensano a come possono ottenere una cosa in cambio di un altra. Una volta non era così. Oggi abbiamo un Presidente degli Stati Uniti che si muove in un ottica completamente commerciale, non è spinto da un senso etico. Forse, da un certo punto di vista, possiamo vedere questa cosa in senso positivo, perché lui è come la nostra immagine speculare. Potrebbe essere utile per spingerci a migliorare il nostro comportamento”.[irp]
Oggi Gere ha 68 anni, da 40 è diventato buddista, ed è sempre in prima linea nel sostenere i diritti umani in Tibet, le associazioni per la lotta all’Aids, quelle che aiutano gli homeless. Il suo impegno si riflette nella scelta dei suoi film, da “La frode” a “Gli invisibili”, anche se, secondo lui, la sua carriera non è molto diversa da quando interpretava “American Gigolò” o “Ufficiale e gentiluomo”. “Devo dirvi la verità, a me sembra di aver fatto sempre lo stesso tipo di film, un po’ difficili, drammatici, con registi molto interessanti. Una volta però venivano realizzati dagli studios, ma oggi loro non li producono più. Oggi questi film li fanno i produttori indipendenti, con budget più bassi e meno tempo. Questo secondo me è stato il grande cambiamento nella mia carriera”. La critica americana ha molto lodato la sua interpretazione ne “L’incredibile vita di Norman”, ma l’attore, fiero delle sue scelte professionali, non considera l’Oscar la sua priorità. “Mi interesserebbe per il fatto che mi renderebbe più facile fare più film indipendenti. In questo senso, perché no?”.[irp]