Un miliardo e duecento milioni di dollari di valore nell’arco di cinque anni: Gerhard Richter, tedesco classe 1932, è l’artista vivente che tra il 2011 e il 2016 ha venduto più di qualunque altro nelle aste di arte contemporanea. Richter ha visto oltre 1400 sue opere all’incanto nel quinquennio, grazie anche a una pittura che, per quanto fondamentale come ricerca, resta anche legata a forme tradizionali che la rendono più vendibile rispetto ad altre esperienze d’avanguardia. I dati sono contenuti in un rapporto diffuso da Artnet sul mercato dell’arte, che contiene anche le classifiche dei singoli pezzi battuti in asta alle cifre più alte. Alle spalle di Richter, ma molto distanziato per valore venduto, si colloca il solito Jeff Koons, arrivato a 438 milioni di dollari totali, ma con il primo posto per quanto riguarda la singola quotazione di un’opera. Terzo, nella graduatoria stilata da Artnet un altro fenomeno che in breve tempo è diventato globale: quel Christopher Wool capace di reinventare il linguaggio scritto, a sua volta senza rinunciare alla pittura. In classifica, nelle posizioni top, molti artisti cinesi, ma anche la giapponese Yayoi Kusama e due leggende come Richard Prince o Ed Ruscha. Che precedono, 11esimo in classifica, l’ex cattivo ragazzo britannico Damien Hirst. Tra gli italiani il primo in classifica, al 30esimo posto, è Enrico Castellani, seguito da Michelangelo Pistoletto (38esimo) e da Maurizio Cattelan, che non va oltre la 56esima posizione. Da notare, a dimostrazione del fatto che il mercato ha anche sensibilità meno scontate, l’ingresso, per la prima volta, nella classifica di un “grande ispiratore” come Bruce Nauman: artista la cui riflessione è centrale per comprendere il contemporaneo, ma che finora era rimasto al di fuori del circuito più spinto delle aste.