di Enzo Marino
Hans-Walter Peters, presidente della federazione delle banche private tedesche (Bdb), afferma di non credere a un diffuso impatto negativo dei tassi sui depositi degli risparmiatori tedeschi. “La concorrenza tra le banche e le casse di risparmio è troppo importante in Germania”, ha dichiarato alla Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ). Anche perché esistono, e stanno profilandosi, altri mezzi a disposizione delle banche per mantenere le loro finanze a galla come scaricare sulla clientela maggiori oneri bancari, a partire dalle spese di tenuta conto e dalla fatturazione di servizi diversi. “Un conto bancario è un servizio che ha un costo”, ha osservato Sewing. In Germania, inoltre c’è una peculiarità: “il 60% degli utili delle banche scaturisce dai margini sui tassi d’interesse”, ha aggiunto Peters della Bdb. Il loro calo, che riflette i tassi negativi della BCE, contribuirà a “pesare sulle banche nei prossimi anni”, costringendole a cercare altre fonti di finanziamento. Per aumentare i finanziamenti all’economia, e per far riprendere quota all’attività economica e ai prezzi nella zona euro, la BCE pratica un tasso negativo dello 0,40% sui depositi bancari. La Banca Centrale Europea dunque fa pagare gli istituti che le affidano giorno in giorno i soldi: per 100 euro messi elettronicamente nelle sue casse, l’Istituto di Francoforte e impone una tassa di 40 centesimi.
La Bce spera così che le banche saranno incoraggiate a spostare il denaro verso le attività economiche piuttosto che mantenerlo inutilizzato. Va ricordato che la stessa Bce aveva portato, nel giugno 2014, il suo “tasso marginale deposito” in territorio negativo per la prima volta nella sua storia, per poi abbassato più volte, fino al livello attuale deciso a marzo. Anche in molti paesi al di fuori della zona euro, tra cui Danimarca e Svizzera, i tassi negativi sono di rigore. Per scampare a questa tassa sui depositi alcune banche e compagnie assicurative europee sono anche tentate di conservare il loro denaro sotto forma di banconote. E’ il caso della compagnia di riassicurazione tedesca Munich Re che a marzo aveva reso noto che avrebbe sperimentato lo stoccaggio di denaro contante immagazzinare e di oro mentre anche le casse di risparmio tedesche stanno svolgendo riflessioni simili. Tale strategia potrebbe avere un senso se i costi di stoccaggio di tali attività, compresi i costi di assicurazione, fossero inferiori alla penalizzazione inflitta dalla Bce con i tassi negativi. Ma “nel lungo periodo non possiamo tenere i soldi nelle nostre casseforti”, ha riconosciuto a maggio il presidente delle casse di risparmio bavaresi, Ulrich Netzer parlando al settimanale Spiegel. Ogni giorno, sono molti i miliardi di euro depositati dalle banche della zona euro nelle casse della Bce: 353 miliardi solo tra il martedì e mercoledì, per esempio. (con fonte Afp)