Gerusalemme, riapre il Santo Sepolcro dopo nove mesi di restauri

Restituito aspetto originale al cuore materiale della Cristianità

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Si riapre il Santo Sepolcro, notizia importante in questi ultimi tempi. Che per alcuni sarebbero tempi ultimi. Dopo nove mesi di restauri, il luogo di sepoltura del Cristo, all’interno della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, è stato ufficialmente di nuovo reso accessibile al pubblico. I rappresentati delle varie chiese cristiane hanno preso parte alla cerimonia intorno all’Edicola di marmo della tomba del Risorto che ha recuperato il colore ocra originale, interamente smontata e ricostruita dagli specialisti greci per ridare l’aspetto originario al cuore materiale della Cristianità. Aperto a maggio 2016, il cantiere di restauro ha permesso di sistemare le deformazioni subite nel corso dei secoli dall’Edicola, al cui interno si trova la camera sepolcrale con il banco di roccia su cui giacque il corpo di Gesù Cristo prima della resurrezione, per garantirne l’integrità strutturale.

“Quando abbiamo aperto il sepolcro – spiega Antonia Moropoulou, direttrice dei restauri – abbiamo trovato una prima lastra di marmo grigio, i cui cementi risalgono ai giorni di Costantino. Il che ha permesso di accertare che si tratta proprio della tomba di Cristo identificata da Costantino e ricoperta di marmi”. La basilica del Santo Sepolcro si trova nella Città Vecchia di Gerusalemme, città sacra per le tre religioni abramitiche, nei pressi dei luoghi più santi dell’Ebraismo e dell’Islam, il Muro del pianto e la Spianata delle Moschee. L’Edicola aveva subito le ingiurie del tempo trascorso, annerita e resa opaca dalla fuliggine dei ceri dei pellegrini ma i nove mesi di accurati e pazienti lavori l’hanno completamente ripulita e restaurata, comprese le colonne e la cupola sopra e all’interno della struttura. Il rinnovamento si è reso necessario perché alcuni ritenevano fosse pericoloso per i pellegrini visitare il Santo Sepolcro. Osservandolo dall’esterno, si notava infatti che le lastre di marmo della facciata si erano dislocate a causa della pressione esercitata, all’interno, dai cementi che si erano gonfiati a causa dell’umidità. “L’Edicola oggi sembra un edificio nuovo – sottolinea padre Samuel Aghoyan, superiore della Chiesa armena del Santo Sepolcro – dopo decenni di fumigazioni e di candele accese, si era completamente scolorita. Non era facile pulirla solo con acqua e sapone e per questo i restauratori l’hanno trattata con prodotti chimici non nocivi per i marmi e le pietre”. E così il Santo Sepolcro oggi riapre nella gloria dei suoi colori originali.