Il giallo della stilista trovata impiccata a Milano. La famiglia: non è suicidio
IL POST SUL BLOG “Ciao Carlotta, per noi è il tempo del dolore”. I piedi che toccavano a terra, e soprattutto quella relazione con un fidanzato che più volte l’aveva fatta correre in ospedale per violenze
“Ciao Carlotta, per noi è il tempo del dolore”. Affida a un post sul suo blog Giorgia Benusiglio tutto lo strazio che sta vivendo e la gratitudine per chi le sta accanto in queste ore dopo la morte di sua sorella Carlotta. Carlotta, 37 anni stilista, era stata trovata impiccata con una sciarpa a un albero la mattina di martedì 31 maggio in Piazza Napoli a Milano, a pochi metri dal loft dove abitava. L’ipotesi degli inquirenti che per ora resta quella più accreditata è quella del suicidio. Ma la sua famiglia non ci crede. E dunque si indaga per chiarire tutti i dubbi. “Io non credo che Carlotta si sia uccisa. Non ci-cre-do, va bene? Se poi invece avrò la certezza che davvero l’ha voluto lei allora mi metterò il cuore in pace e farò i conti con i miei sensi di colpa” dice la sorella in una intervista al Corriere della Sera. Giorgia Benusiglio ha 33 anni. A 17 aveva preso una mezza pasticca di ecstasy che le aveva fatto rischiare la vita. Un trapianto di fegato l’ha salvata e da allora gira l’Italia per spiegare ai ragazzi i pericoli spesso mortali che la droga nasconde e ha scritto anche un libro su questa vicenda “Vuoi trasgredire? Non farti”. Giorgia, come la sua mamma Giovanna, non crede che sua sorella si sia potuta uccidere perché ritiene “sia tutto strano”: il computer lasciato acceso in casa, le macchie di sangue sul letto, la scelta di impiccarsi in un giardino pubblico per lei che, raccontano i familiari, era una persona riservata.
E poi ancora i piedi che toccavano a terra, e soprattutto quella relazione con un fidanzato che più volte l’aveva fatta correre in ospedale per violenze. Contro l’uomo aveva sporto diverse denunce, ma ora i familiari di lui non vogliono parlare. “Del fidanzato non voglio parlare – racconta ancora Giorgia al Corsera – Quello che posso dire è che noi, in famiglia, eravamo contrari a quella relazione. Abbiamo provato tantissime volte a farle capire che sarebbe stato meglio per lei stare lontano da quell’uomo. Non ci siamo riusciti”. Per ora in questa vicenda non c’è nessun indagato e l’uomo è stato sentito solo come persona informata dei fatti, al pari di altri parenti e conoscenti. Oggi l’autopsia, a cui assisterà anche un consultente della famiglia, potrà chiarire alcuni aspetti di questa vicenda, mentre sono al vaglio degli inquirenti i filmati delle telecamere di sorveglianza puntate sulla zona. “Io non voglio trarre nessuna conclusione – dice ancora Giorgia – Non ci serve un colpevole ad ogni costo, nemmeno se è una persona che non ci piace. Vogliamo soltanto capire che cosa è successo davvero nelle ultime ore di vita di Carlotta”.