I giallorossi rischiano di non avere al Senato la maggioranza assoluta, fissata a quota 161, e fermarsi invece a 160 (o 159) senatori. Diventa a questo punto rilevante cosa decidera’ di fare il dem Matteo Richetti, che ieri si e’ astenuto “per coerenza” e ha poi annunciato di voler lasciare il gruppo dem e passare al Misto. Ma i riflettori sono puntati anche sul pentastellato Ciampolillo. Gia’ nella votazione sulla fiducia al governo Conte II, la maggioranza ha raggiunto i 169 si’ grazie al ‘soccorso’ esterno, tra gli altri, di tre senatori a vita (Monti, Segre e Cattaneo), di diversi senatori delle Autonomie (tra cui Bressa e Casini) e di due senatori del Maie ed alcuni ex M5s. Tra le fila della maggioranza organica che sostiene il governo, ovvero M5s, Pd e Leu, infatti, sono mancati alcuni voti: il M5s Ciampolillo che non ha partecipato al voto di fiducia.
Il pentastellato Paragone che si e’ astenuto, il dem Richetti, anche lui astenuto, le assenti ‘giustificate’ Bogo Deledda (M5s) e Rojc (Pd). In tutto, 5 voti. Va ricordato che nel voto di fiducia, come nella maggior parte delle votazioni, non e’ richiesta la maggioranza assoluta di 161 voti. Solo in alcuni casi, come ad esempio per l’approvazione del Def o delle riforme costituzionali nell’ultimo via libera, e’ richiesta la maggioranza assoluta. Fatto sta che al momento, se la situazione fotografata ieri al Senato in occasione del voto di fiducia al governo Conte II non dovesse mutare per quel che riguarda il solo perimetro ‘ufficiale’ della maggioranza di governo (M5s, Pd e Leu), i giallorossi non sono autosufficienti a palazzo Madama per un voto. Si fermano, infatti, a 160. Nel dettaglio: M5s sulla carta parte da 107 voti, ma difficilmente il senatore Paragone, contrario alla nascita del governo Conte II, potra’ votare in futuro in conformita’ con la maggioranza giallorossa.
Da capire se Ciampolillo, ieri assente ‘non giustificato’ stando ai tabulati, rientrera’ nei ‘ranghi’ o meno. Considerando l’ipotesi positiva per la maggioranza di un suo ‘rientro’, i 5 stelle possono contare su 106 voti (anche se la senatrice Bogo Deledda e’ assente da tempo per motivi di salute, quindi i numeri scenderebbero a 105). Il Pd ha 51 senatori, ma Richetti ieri non ha votato e ha annunciato di voler lasciare il gruppo. Quindi i numeri dei dem scendono a 50. Infine Leu: i quattro senatori hanno votato compatti e senza assenze. Il totale, stante l’attuale situazione, e considerato il ‘recupero’ di Ciampolillo, e’ di 160 senatori a sostegno del governo. Se invece Ciampolillo dovesse confermare la contrarieta’ al governo, l’asticella scenderebbe a 159.