Gianni Alemanno arrestato e portato a Rebibbia per violazione dei Servizi Sociali

Camera ardente del senatore di FdI Andrea Augello al Senato

Gianni Alemanno

Nella serata del 31 dicembre 2024, Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma e già ministro, è stato arrestato e trasferito nel carcere di Rebibbia. La misura cautelare arriva dopo la revoca dell’affidamento ai servizi sociali, concesso a seguito di una condanna definitiva a 1 anno e 10 mesi di reclusione per traffico di influenze illecite nell’ambito dell’inchiesta “Mondo di Mezzo”. Alemanno stava scontando la pena attraverso lavori socialmente utili presso il villaggio “So.Spe.-Solidarietà e Speranza”, gestito da suor Paola D’Auria.

Le violazioni delle prescrizioni

Secondo quanto emerso, Alemanno avrebbe violato le prescrizioni imposte dai magistrati di sorveglianza. In particolare, si sarebbe sottratto al programma stabilito, giustificando la propria assenza con impegni che si sono rivelati infondati. Le regole prevedevano il divieto di uscire di casa prima delle 7 del mattino, l’obbligo di rientrare entro le 21 e il divieto di frequentare pregiudicati. La decisione di arrestarlo è stata presa d’urgenza dal tribunale di sorveglianza di Roma, che ha disposto l’intervento intorno alle 20.

La condanna nell’inchiesta “Mondo di Mezzo”

La condanna per traffico di influenze illecite si inserisce in uno dei filoni dell’inchiesta “Mondo di Mezzo”, che ha svelato un vasto sistema corruttivo coinvolgente politici e imprenditori. Alemanno era stato riconosciuto colpevole di aver facilitato lo sblocco dei pagamenti dell’azienda comunale Eur Spa a favore di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. Inizialmente, il Tribunale di Sorveglianza aveva accolto la richiesta della difesa, permettendo all’ex sindaco di svolgere lavori socialmente utili con l’obiettivo di favorire il reinserimento sociale.

Il ruolo nell’inchiesta

L’accusa sostiene che tra il 2012 e il 2014, Alemanno abbia ricevuto oltre 223mila euro tramite la sua Fondazione Nuova Italia, provenienti da cene elettorali e finanziamenti legati a cooperative sotto il marchio della 29 Giugno. Questi fondi sarebbero stati forniti dai due principali protagonisti dell’inchiesta “mafia capitale”: Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. Sebbene l’aggravante mafiosa sia decaduta in Cassazione per tutti gli imputati, Alemanno è stato assolto dalla Suprema Corte riguardo ad altre accuse legate alla gara d’appalto sulla raccolta differenziata.

Conseguenze immediate

Alemanno ora dovrà affrontare un’udienza entro trenta giorni per valutare la conferma o meno dell’ordinanza di revoca dei servizi sociali. La difesa ha già presentato un’istanza per ripristinare la misura alternativa, sostenendo che le violazioni contestate non giustificherebbero l’arresto. Nel frattempo, rimarrà detenuto a Rebibbia e rischia di dover scontare l’intera pena residua. L’arresto dell’ex sindaco segna un nuovo capitolo in una vicenda giudiziaria che continua a scuotere le istituzioni romane.