Il primo ministro giapponese Shinzo Abe torna oggi al lavoro, dopo aver preso le sue vacanze estive: tre giorni. Ma si è trattato, comunque, di ferie movimentate, quanto meno dal punto di vista dell’informazione, visto che uno dei tre giorni l’ha trascorso in ospedale per quelle che – secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Kyodo – un suo aiuto ha definito “checkup regolari”. In realtà, quando si è saputo della sua visita in ospedale, è imediatamente suonato un campanello d’allarme. Abe, infatti, fu costretto a porre improvvisamente termine alla sua prima esperienza da premier nel 2007 a causa di un grave colite ulcerosa, che disse in seguito di aver sconfitto grazie a un nuovo farmaco.
La visita all’ospedale Keio di Tokyo è durata sette ore e mezzo e, nel mondo politico, qualcuno ha ritenuto che il lavoro senza soste che ha dovuto mettere in campo, anche alla luce della sfida posta dalla pandemia COVID-19, possa averlo minato nel fisico. “Credo che il primo ministro abbia lavorato senza sosta e abbia chiesto troppo al suo fisico”, ha detto secondo la Kyodo Natsuo Yamaguchi, leader del partito Komeito, la seconda formazione della coalizione che ha come azionista di maggioranza il Partito liberaldemocratico di Abe. Un settimanale a inizio mese ha scritto che il primo ministro, durante il mese di luglio, ha vomitato sangue. Ma la notizia è stata ridimensionata dal portavoce del governo, Yoshihide Suga, il quale ha detto che “non c’è nessun problema per il primo ministro”.
Il premier, che ha 65 anni, ha lavorato tra gennaio e giugno senza un giorno di pausa per 150 giorni consecutivi. A luglio ha preso tre giorni non consecutivi di break. E, anche nei tre giorni di ferie che si concludono oggi, non si è spostato da Tokyo andando come di consueto nella sua base elettorale della prefettura di Yamaguchi o nella sua casa delle vacanze nella prefettura di Yamanashi. Anche per rispettare la richiesta della governatrice di Tokyo Yuriko Koike di non lasciare la capitale per le ferie della festa del Bon, la più importante dell’anno per i giapponesi, a causa del nuovo picco di contagi da coronavirus. Non ha potuto neanche praticare il suo hobby preferito, cioè il golf. Abe è il primo ministro giapponese che ha occupato la principale carica esecutiva del paese per più tempo in assoluto. Ha battuto il record a novembre. Lunedì ha nel mirino un altro primato: quello del primo ministro in carica in maniera consecutiva più a lungo. Toglierà la corona al suo prozio Eisaku Sato, che fu premier tra il 1964 e il 1972 per 2.798 giorni consecutivi.
Per il premier, in calo costante di consenso durante la pandemia, è comunque l’ultimo giro di giostra. A fine settembre del prossimo anno, infatti, terminerà il suo terzo mandato da leader del partito di maggioranza LDP. Nel sistema giapponese il capo del partito di maggioranza diventa anche primo ministro. Il regolamento impedisce ad Abe di concorrere per un quarto mandato ed egli stesso ha più volte chiarito che non intende chiedere una modifica di questo regolamento. Il suo ruolo, a questo punto, dovrebbe essere quello del “king-maker”. Ma la scelta del successore appare complicata, anche alla luce dell’andamento traballante dei sondaggi a causa del COVID: la gestione di Abe e del suo governo non sembra essere stata per nulla apprezata dai giapponesi.
Il favorito, secondo gli osservatori, è l’astro nascente del partito Fumio Kishida, ma è emerso un certo malumore nel partito e nella stessa conrrente (habatsu) che fa riferimento ad Abe. Questo, da un lato, rende temibile per l’area Abe la possibile ascesa dell’ex segretario del partito Shigeru Ishiba, un personaggio con una presa nell’ala destra del partito con forte interesse nel settore militare e favorevole a un riarmo del Giappone anche con armi nucleari, dall’altro potrebbe favorire una possibile proposta di Suga, potente alleato di Abe. askanews