Giarrusso: Il governo “non è a rischio”. E in Giunta immunità si avvia iter

Giarrusso: Il governo “non è a rischio”. E in Giunta immunità si avvia iter
Luigi Di Maio, Giuseppe Conte e Danilo Toninelli
30 gennaio 2019

Il governo gialloverde “non è a rischio” e oggi in sede di Giunta delle immunità del Senato “non accadrà nulla”, verrà semplicemente avviato l’iter dell’esame della domanda d’autorizzazione a procedere verso il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Lo annuncia Mario Giarrusso, capogruppo M5s nella stessa Giunta, ricordando che il leader del Carroccio, “negli ultimi giorni si è espresso in diverse occasioni, passando dal ‘voglio farmi processare’ al ‘si neghi l’autorizzazione'”.

“Nei prossimi giorni – spiega Giarrusso – ci sarà l’audizione del ministro e il deposito delle memorie. Ci studieremo bene le carte e poi il Movimento, i senatori della Giunta e Luigi Di Maio decideranno. Inoltre, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il vicepresidente Di Maio e il ministro delle Infrastrutture Toninelli depositeranno, presso la stessa Giunta, una memoria, spiegando che sul caso Diciotti ci sia stata una decisione che coinvolge tutto il Governo, con responsabilità anche di altri ministri e del presidente Consiglio stesso”.

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Intanto, oltre alla comunicazione della Lega sul vertice notturno tra Conte, Salvini e Di Maio, da fonti del Viminale si è appreso che nella riunione a tre di ieri sera il clima è stato “sereno e disteso” e si sottolinea che il “governo non è a rischio”. A differenza però dell’informazione targata fonti Lega, dal Viminale si fa notare che “il caso Diciotti non è stato argomento di discussione: se ne capirà di più nei prossimi giorni, con i necessari approfondimenti. Passi in avanti sulla Sea Watch: il governo italiano aspetta la formalizzazione dell’accordo con gli altri paesi ue e poi la situazione si potrebbe sbloccare”.

Di certo, nel governo la tensione è alta. D’altronde in ballo c’è la stessa tenuto dell’esecutivo, nel caso in cui M5s vota si’ all’autorizzazione a procedere. “Dal mio punto di vista c’e’ da rimettere in discussione tutto – afferma Massimiliano Fedriga, presidente della regione Friuli Venezia Giulia -. Bisogna capire se il Parlamento condivide le politiche del Governo, non solo di Salvini. Se cosi’ non fosse, e’ chiaro che bisognerebbe fare una seria riflessione”. In altri termini, per il governatore leghista, “non si sta parlando di un processo a Salvini perche’ ha messo l’auto in divieto di sosta”.

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Sul fronte opposto, i malumori all’interno del MoVimento Cinque Stelle continuano a crescere. “I 5Stelle devono motivare ai loro elettori questa inversione di rotta. Una retromarcia puo’ avere dei motivi ma in questo caso sevono delle giustificazioni idonee”. Lo ha detto Gregorio De Falco, senatore espulso dal Movimento 5 stelle arrivando alla Giunta per le immunita’ che dovra’ esaminare la richiesta dei magistrati di Catania contro Matteo Salvini. Dire che la vicenda Diciotti e’ stata un atto politico non puo’ essere considerata un’attenuante, aggiunge rispondendo ai cronisti, perche’, spiega “l’atto del governo solitamente si sostanzia in un documento che si chiama delibera, che io non ho visto o non conosco. Vediamo se c’e'”.

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