Giorgetti: “Investimenti in difesa sì, ma non a scapito di sanità e servizi pubblici”

Giancarlo Giorgetti

Giancarlo Giorgetti

Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha ribadito la posizione del Governo italiano: il potenziamento della difesa non può e non deve avvenire a discapito di settori fondamentali per i cittadini, come la sanità e i servizi pubblici. Il ministro leghista l’ha dichiarato nel corso del question time alla Camera, rispondendo a un’interrogazione del Movimento 5 Stelle (M5S).

Giorgetti ha ricordato che l’Italia ha accolto con favore la proposta della Commissione europea di attivare la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita, che permetterebbe di escludere le spese militari dal calcolo del deficit. “È stata una delle richieste che l’Italia ha sostenuto durante le discussioni in sede europea, anche se finora non abbiamo ottenuto risposte concrete”, ha spiegato il ministro.

Tuttavia, il Governo è ben consapevole dei rischi legati a un uso indiscriminato di questa flessibilità. “L’attivazione della clausola non deve compromettere la sostenibilità delle finanze pubbliche né portare a un aumento significativo del debito”, ha sottolineato Giorgetti. Un monito non casuale, considerato che l’Italia è uno dei Paesi con il debito pubblico più alto d’Europa, superiore al 140% del PIL.

Secondo il ministro, un ulteriore incremento del debito rischierebbe di lasciare il Paese in una posizione di fragilità, alimentando la frammentazione all’interno dell’Unione Europea e mettendo a repentaglio la stabilità finanziaria dell’intera area euro. “Dobbiamo agire con prudenza – ha aggiunto – perché le conseguenze di scelte sbagliate ricadrebbero sui cittadini e sulle generazioni future”.

La dichiarazione di Giorgetti arriva in un momento delicato, in cui l’Italia è chiamata a conciliare due esigenze apparentemente contrapposte: da un lato, la necessità di adeguare il proprio apparato militare alle nuove minacce internazionali, dall’altro, l’obbligo di garantire servizi essenziali come la sanità e il welfare, già messi a dura prova dalla crisi economica e dalla pandemia.

Il ministro ha quindi delineato una strategia di equilibrio: sì a investimenti in difesa, ma senza sacrificare le priorità sociali e senza compromettere la tenuta dei conti pubblici. Una sfida complessa, che richiederà scelte oculate e una gestione attenta delle risorse, in un contesto globale sempre più instabile e segnato da tensioni geopolitiche.

Intanto, l’Europa guarda con attenzione alle decisioni dell’Italia, consapevole che un eventuale aumento del debito pubblico del Paese potrebbe avere ripercussioni sull’intera Unione. Per questo, il Governo italiano si trova a dover navigare tra pressioni interne e vincoli europei, cercando di trovare il giusto compromesso tra sicurezza e sostenibilità.

Una cosa è certa: il dibattito sul finanziamento della difesa è destinato a rimanere al centro dell’agenda politica, con il Parlamento chiamato a discutere e approvare scelte che avranno un impatto duraturo sul futuro del Paese.