Giorno della memoria, richiamo di Mattarella: preoccupa il negazionismo

Giorno della memoria, richiamo di Mattarella: preoccupa il negazionismo
Sergio Mattarella
27 gennaio 2023

Celebrazione del giorno della memoria al Quirinale. Con Sergio Mattarella sono seduti in prima fila tutti i big del governo di centrodestra a partire dalla premier Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, quello della Difesa, Guido Crosetto, dell’Istruzione, Valditara. In prima fila ci sono anche i sopravvissuti di Auschwitz, Edith Bruck e Sami Modiano, che Meloni ha salutato appena entrata nel salone dei Corazzieri al Quirinale. Vanno in onda i filmati Rai che ricordano i giorni dell’approvazione delle leggi razziali, l’attore Andrea Pennacchi legge brani di Primo Levi, Vassilij Grossman e Yankel Yakov Wiernik. Parla Ugo Foà, vittima delle leggi razziali, intervistato da due studentesse. Quindi tocca al capo dello Stato chiudere la toccante cerimonia e lo fa con un richiamo, tra gli altri, legato all’attualità, la preoccupazione per il riemergere di “antisemitismo, intolleranza, razzismo e negazionismo, che del razzismo è la forma più subdola e insidiosa”, il tutto “alimentato dall’uso distorto dei social”.

Nel discorso di Mattarella ci sono anche il ricordo puntuale degli orrori della Shoah “un unicum nella storia dell`uomo”, la decisione di uno Stato di eliminare un gruppo di esseri umani, gli ebrei, ma anche “prigionieri di guerra, oppositori politici, omosessuali, rom e sinti, testimoni di Geova, appartenenti ad altre minoranze etniche o religiose”. La ricorrenza serve anche a ribadire le responsabilità che furono in primis di Hitler e Mussolini, certo, ma dietro di loro anche della popolazione che acconsentì indifferente alle violenze e alle persecuzioni: “Dare un nome e un volto alle potenze oscure, ai criminali che hanno scatenato la guerra e causato la morte di milioni di persone, significa smitizzare la cupa e sanguinosa stagione del nazifascismo e riportare l`accaduto sul terreno concreto delle colpevoli attitudini degli uomini e delle terribili potenzialità insite nel loro animo”, ha detto Mattarella.

Ecco perché per Mattarella non vanno dimenticati anche quei militari italiani che furono internati nei campi di prigionia tedesca, dopo il rifiuto di passare nelle file della Repubblica di Salò. Furono 650.000. “Il loro no ha rappresentato un atto di estremo coraggio, di riscatto morale, di Resistenza”, ricorda il capo dello Stato che per il presente ha una raccomandazione: “il valore della Memoria non si esprime soltanto nel ricordo, doveroso e partecipe, delle vittime e delle disumane sofferenze loro inflitte. Ma è espresso nell`impegno, che ci unisce e ci interpella ancora oggi, per dire mai più. Mai più a un mondo dominato dalla violenza, dalla sopraffazione, dal razzismo, dal culto della personalità, dalle aggressioni, dalla guerra. Mai più a uno Stato che calpesta libertà e diritti. Mai più a una società che discrimina, divide, isola e perseguita. Mai più a una cultura o a una ideologia che inneggia alla superiorità razziale, all’intolleranza, al fanatismo”.

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Parole condivise dalla premier Meloni: “La Shoah rappresenta l’abisso dell’umanità”, che ha visto la responsabilità anche dell’Italia a causa della “infamia delle leggi razziali”, e il dovere di tutti è “coltivare ogni giorno il nostro impegno per la memoria”, combattendo l’antisemitismo. “Accrescerne la consapevolezza nelle giovani generazioni e intensificare lo sforzo per combattere l`antisemitismo in ogni forma nella quale si manifesta”. Bene dunque che ogni anno migliaia di ragazzi “diano vita a una ‘marcia dei viventi’ da Auschwitz a Birkenau”, una visita che anche Mattarella dovrebbe fare in occasione del suo prossimo viaggio in Polonia.

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