Giovedì mattina, a quasi tre mesi dall’insediamento del nuovo Parlamento (il 23 marzo) si insedieranno le commissioni parlamentari permanenti che sono 14 alla Camera e 14 al senato. Primo atto per dare effettivamente il via alla XVIII legislatura. Ma lo scontro si è spostato sulla guida del Copasir, il comitato di controllo sui Servizi segreti, casella delicata e ambita a cui aspirano sia il Pd che Fratelli d’Italia. Per ora il governo sta a guardare e non prende posizione (“Vedremo”, si è limitato a dire il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro) ma la prima riunione dei gruppi parlamentari di minoranza, che solitamente discute e decide come dividere le presidenze delle commissioni di garanzia (l’altra è la Vigilanza Rai), si è conclusa con un nulla di fatto.
Le conferenze dei capigruppo di Camera e Senato oggi hanno fissato per giovedì mattina la convocazione in parallelo delle commissioni permanenti per il loro primo atto, l’elezione degli uffici di presidenza. E anche su questo fronte sembra che i giochi non siano chiusi nemmeno nella maggioranza. Al momento dell’intesa di governo giallo-verde si era stabilito di dividere le presidenze in modo speculare tra Camera e Senato, ma è ancora in ballo l’elezione di tre segretari d’aula, due spettano al M5S e uno alla Lega. Di certo ci sono le difficoltà legate alla disponibilità di classe dirigente: entrambi i partiti non erano preparati a dover ricoprire così tante caselle in così poco tempo. E lo si è visto anche al momento della scelta dei sottosegretari e dei viceministri. Alcuni ruoli di vertice all’interno del Parlamento, infatti, non sono cumulabili. Ragione per cui, probabilmente, Lega e Fratelli d’Italia non hanno ancora comunicato quali saranno i loro membri delle commissioni permanenti a Montecitorio. Lo faranno, sollecitati dal Presidente Roberto Fico, entro stasera.
Infine ci sono i rapporti tra M5S, Lega e le opposizioni. Per la Lega infatti Fi e FdI sono nello stesso tempo contrapposti in Parlamento ma alleati in tante amministrazioni. Di qui la preferenza di Salvini per una guida “amica” al Copasir oltre che alla Vigilanza Rai. Ma questa preferenza potrebbe sommarsi alla scarsa disponibilità di gran parte dei pentastellati a dare spazio a quello che considerano il più accerimo avversario, ossia il Pd di Renzi (peraltro il nome scelto dai dem per ricoprire quel ruolo sarebbe proprio l’ex braccio destro di Renzi, Lorenzo Guerini). Oggi al Senato il ministro Fraccaro interpellato sul punto ha detto: “Noi non avevamo dubbi che Fratelli d’Italia fosse all’opposizione, li avevano altri gruppi. Sì le commissioni di garanzia vanno alle opposizioni, vedremo quali…”.
Nel Pd non nascondono il disappunto per come stanno andando le trattative. “Ma sul Copasir noi teniamo duro – avvertono -. Non può essere il più piccolo partito ad avere il Copasir”, e ricordano che FdI ha avuto alla Camera anche il vicepresidente e il questore pur essendo numericamente un terzo del Pd. Poichè per eleggere i presidenti occorre una maggioranza solida in commissione il paradosso potrebbe essere che M5S e Lega eleggano da soli, senza un accordo, un esponente dell’opposizione che scelgono loro.
“Riteniamo sia naturale che le opposizioni si mettano d’accordo tra di loro e non ci siano interferenze dalla maggioranza- spiega Ettore Rosato, vicepresidente della Camera e Pd – per quanto attiene il Pd chiediamo la presidenza del Copasir perchè riteniamo sia legittimo, ne discuteremo con tutti. C’è la Vigilanza Rai che è altrettanto importante e può andare appannaggio dell’altro grande partito che è Fi. Questo percorso è condiviso” almeno con Fi. Allo stato nonostante la richiesta avanzata ufficialmente in capigruppo di convocare quanto prima, già la settimana prossima, le commissioni di garanzia, non c’è ancora una data.