Gip: sistema Genovese come Ali’ Baba’ e i 40 ladroni

Un tesoro “in nero” la cui “fonte”, in buona misura sarebbe “la cosiddetta ‘Tourist-Caronte'”

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“Grave e’ sottrarre tanto denaro alle tasse”, specie a fronte del “massimo rigore e dell’attenzione al bene pubblico” che “il ruolo del deputato richiede”. Cosi’ “discorso plasticamente lesivo della dignita’ del ruolo”, ma anche “spia della capacita’ di movimento liberi”, “e’ farsi portare ‘miliardi’ in contanti dalla Svizzera da spalloni, riceverli in alberghi, di nascosto, scambiando parole convenzionali, una sorta di ‘apriti sesamo’ che ricorda la favola di Ali’ Baba’ e i 40 ladroni, occultare e usare scorrettamente tali soldi”. Va giu’ duro il Gip Salvatore Mastroeni nel decreto di sequestro del patrimonio da 100 milioni riconducibile a Francantonio Genovese, al figlio neo deputato Luigi, e ad altri componenti della famiglia. “La frase che piu’ colpisce questo giudice – prosegue in riferimento a Genovese senior – e’ che tante spese avvengono ‘Facendo politica ovviamente’. Poi si parla genericamente di regali ai matrimoni, ma otto milioni richiederebbero – valuta il giudice – partecipazioni a tutta Italia, forse Europa”. Del resto i “conti svizzeri in se’ segnalano una ricchezza smisurata”. Un tesoro “in nero” la cui “fonte”, in buona misura sarebbe “la cosiddetta ‘Tourist-Caronte'”.[irp]

Ma cio’ che emerge, soprattutto, a giudizio del Gip, e’ che, “cosi’ dal nulla, si staglia la figura di Genovese Luigi junior, che diventa consapevolmente, firmando atti e partecipando alle manovre del padre, ricchissimo e sono atti organizzati a tavolino, partecipati dagli interessati e forse da altre persone esperte dal ramo, rimasti nell’ombra e forse con la connivenza di banchieri, in cui comunque nessuno dei partecipi, per la presenza e gli effetti, si puo’ dire inconsapevole e chiamare fuori”. Di piu’: “La circostanza della ricchezza improvvisa di Luigi Genovese, il suo notorio ingresso in politica, il modo spregiudicato di acquisizione della ricchezza, danno la probabilita’, che si verifichi la stessa attivita’ del padre”. Insomma, “la personalita’ e i ruoli degli indagati, gravi fatti pregressi in qualche modo collegati, il contesto nazionale e locale in cui si incastonano i reati, il livello delle somme e beni oggetto di richieste e la costante valenza penale dei comportamenti, forniscono un quadro di gravita’ eccezionale”. E tratteggiano “la singolare storia di questo procedimento che vede operare una dinastia”.[irp]