Il giudice: “Indubbia fiducia da parte della sindaca Raggi in Marra. Spregiudicatezza di entrambi gli indagati”

Il giudice: “Indubbia fiducia da parte della sindaca Raggi in Marra. Spregiudicatezza di entrambi gli indagati”
16 dicembre 2016

Raffaele Marra e Sergio Scarpellini sono dotati di “una notevole spregiudicatezza e pervicacia nel porre in essere illeciti comportamenti”. Lo scrive il giudice Maria Paola Tomaselli in un passo dell’ordinanza di custodia eseguita oggi nei confronti dell’alto dirigenti del Comune di Roma e dell’immobiliarista e che ha portato entrambi in carcere. Queste condotte – continua il giudice – sono contraddistinte “per quanto attiene a Marra da un assoluto evidente disprezzo per la pubblica funzione svolta e da una totale assenza di scrupoli nel porla al servizio del proprio e dell’altrui privato interesse”. Alla luce di questo il gip ritiene che vi sia un “concreto ed attuale pericolo di reiterazione di condotte delittuose analoghe a quelle accertate”. La vicenda è quella di una corruzione per funzione che trova in una telefonata tra Marra e una segretaria di Scarpellini dimostrazione dell’ipotesi degli inquirenti. In quella chiamata Marra si metteva a disposizione.

INCLINAZIONE AL DELITTO Il “pericolo” è dovuto al dato che Marra riveste un ruolo importante all’interno del Campidoglio ed inoltre gode “della indubbia fiducia da parte del sindaco, Virginia Raggi, come emerge dall’esposto presentato da Carla Romana Raineri dopo le dimissioni da capo di Gabinetto del Comune di Roma, nonché dall’obiettiva circostanza che il predetto (Marra), nonostante la campagna di stampa che pure si è registrata in suo sfavore non è stato esautorato, ma è stato nominato direttore del dipartimento organizzazione Risorse umane del Comune”. Riguardo la posizione di Scarpellini, il giudice aggiunge che “deve evidenziarsi come mostri una particolare inclinazione al delitto, oltre che dai diversi precedenti da cui è gravato per i reati di truffa, ricettazione e falsificazione in titolo di credito, che dimostrano l’estrema disinvoltura e l’assenza di qualsivoglia remora nel gestire l’attività di impresa, anche dalla circostanza che egli non ha esitato a elargire in ben due occasioni al pubblico funzionario regalie per ingenti importi al fine di realizzare i propri personali obiettivi in pregiudizio degli interessi della collettività”.

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SOLIDARIETA’ FAMILIARE Inoltre, spiega ancora il magistrato, “appare concreto il pericolo che gli indagati, avvalendosi della rete di solidarietà familiare e professionale di cui sono dotati, e dei solidi legami di cui godono nel contesto nel quale rispettivamente operano possono ostacolare lo svolgimento delle indagini, attraverso una attività di inquinamento e di occultamento probatorio alla quale appaiono inclini alla luce della disinvoltura ed assenza di scrupoli con la quale risultano aver sin qui operato”. Si pone in rilievo poi il fatto che Marra ha rapporti collaudati all’interno dell’amministrazione comunale sin dal 2008 e questo fatto è provato dalla conferma nel ruolo apicale “nonostante l’avvicendarsi di diverse amministrazioni, pure di diverso colore politico”.

RETE COLLABORATORI In tale senso, sempre Marra, “presenta una rete di contatti tramite i quali può compromettere l’attività di acquisizione che dovrà svolta, influenzando le dichiarazioni dei soggetti eventualmente escussi, o ostacolando il rinvenimento della documentazione necessaria alla compiuta ricostruzione della vicenda”. Appare sempre più credibile l’ipotesi secondo cui le indagini, che oggi hanno portato all’arresto di Marra e Scarpellini, possano portare a sviluppi ulteriori e imprevedibili. Anche per Scarpellini il giudice ricorda come risulti godere di una rete di fidati collaboratori che gli potrebbe permettere “una proficua attività di occultamento e inquinamento delle prove”. Anche gli stessi precedenti penali di Scarpellini, seppur risalenti, sono – sempre a parere del gip – “manifestazione della sua concreta inclinazione alla illecita attività di manipolazione e falsificazione, di cui pure appaiono espressione le stesse modalità con le quali ha inteso ammantare di un velo di regolarità formale l’illecita dazione operata nel 2010 in favore di Marra.

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