Totò Riina “sarebbe stato sottoposto a un intervenuto chirurgico”. Lo ha riferito il presidente della Sesta Sezione Penale del Tribunale di Milano Raffaele Martorelli che, proprio per accertare le sue reali condizioni di salute, ha deciso di sospendere temporaneamente l’udienza del processo milanese che vede il cosiddetto “capo dei capi” imputato per le presunte minacce rivolte al direttore del carcere di Opera. Riina, è ricoverato nel reparto detenuti dell’Ospedale di Parma in regime di 41b bis dal 25 gennaio 2016. Questa mattina sarebbe dovuto essere trasferito dalla struttura sanitaria al carcere per poter partecipare, in video conferenza, all’udienza del processo milanese. Ma all’avvio dei lavori processuali non era presente. Così il presidente dei giudici ha chiesto alla direzione del carcere di Parma “notizie e informazioni sulle sue condizioni di salute” per capire se davvero Riina sia “impedito” ed eventualmente valutare l’opportunità di rinviare il procedimento. Notizie che per il momento “non sono arrivate”. Da qui la sua decisione di sospendere il processo fino alle 11.00 in attesa di novità da Parma. Nell’udienza dell’11 luglio scorso il Tribunale milanese aveva acquisito una relazione medica del dottor Michele Riva, primario del reparto di medicina interna dell’Ospedale Maggiore di Parma, che aveva descritto Riina come un uomo “a rischio di morte improvvisa” soprattutto per la cardiopatia che lo ha colpito e che “condiziona ogni attività del paziente”. Tuttavia, si leggeva della relazione, “allo stato attuale il degente è vigile e collaborante, discretamente orientato nel tempo e nello spazio”. La difesa Riina, rappresentata dall’avvocato Mirko Perlino, aveva chiesto la sospensione del processo proprio per le cattive condizioni di salute di Riina che, secondo il legale, gli impedirebbero di partecipare coscientemente al processo. Richiesta rigettata dal Tribunale perchè dalla relazione medica, aveva sottolineato in aula il presidente Martorelli, “non emergono dubbi sulla capacità dell’imputato a stare in giudizio”.