Da Giuliani a Christie, chi entrerà nell’amministrazione Trump? Scatta il totonomi

Da Giuliani a Christie, chi entrerà nell’amministrazione Trump? Scatta il totonomi
9 novembre 2016

Donald Trump, neoeletto presidente degli Stati Uniti, passata l’euforia di una vittoria da molti considerata improbabile, se non addirittura impensabile, dovrà subito mettersi al lavoro per arrivare al 20 gennaio, il giorno in cui presterà giuramento ed entrerà ufficialmente alla Casa Bianca, pronto a iniziare il suo primo mandato. La priorità, innanzi tutto, è formare la squadra di Governo, su cui è già partito il totonomi. Va innanzi tutto notato che il magnate repubblicano, totalmente estraneo al mondo politico americano (cosa che per altro era stata una delle principali critiche che gli erano state rivolte, insieme alla mancanza di esperienza) non ha attorno il tradizionale circolo di insider e “sponsor” da cui attingere per costruire la sua squadra. Invece, è probabile che Trump vada a pescare tra le fila del mondo industriale, tra gli attivisti conservatori e tra coloro che lo hanno sostenuto durante la campagna elettorale. In quest’ottica, non sembra campata per aria l’ipotesi che vada a scegliere all’interno del settore privato: è per esempio noto all’interno del suo entourage che Trump ha preso seriamente in considerazione la scelta di Forrest Lucas, confondatore del gruppo di prodotti petroliferi Lucas Oil, come segretario al Territorio e Steven Mnuchin, che ha lavorato 17 anni per Goldman Sachs, come numero uno del Tesoro.

Altri papabili del “Trumpworld”, il mondo di Trump, potrebbero essere persone che lo hanno attivamente sostenuto durante la campagna elettorale, come l’ex speaker della Camera Newt Gingrich, l’ex sindaco di New York Rudy Giuliani e il governatore del New Jersey Chris Christie. Altri politici repubblicani, come i senatori Bob Corker e Jeff Sessions, potrebbero essere scelti rispettivamente come segretario di Stato e alla Difesa. Nella scelta della squadra di Governo una difficoltà potrà essere attirare nomi di peso, dal momento che molti politici e capi d’industria lo hanno pubblicamente criticato, spesso duramente, nel corso dell’ultimo anno. Ciò detto, Trump è già da tempo attivo nella ricerca e, nelle ultime settimane, avrebbe intensificato email e telefonate per tastare il polso dei papabili. Più nel dettaglio, come segretario alla Difesa sarebbero in corsa Newt Gingrich, sostenitore della prima ora di Trump e il senatore repubblican Bob Corker, attuale presidente della commissioni relazioni con l’estero del Senato. Quest’ultimo ha già fatto sapere che prenderebbe “seriamente in considerazione” l’ipotesi di una nomina. Un altro papabile potrebbe essere l’ex ambasciatore americano alle Nazioni Unite John Bolton. Per il Tesoro lo stesso Trump ha indicato che vorrebbe assegnare la poltrona di segretario a Steven Mnuchin, che è ora presidente e amministratore delegato della società di investimento Dune Capital Management e che in passato ha lavorato per OneWest Bank, poi venduta a Cit Group nel 2015. Tra i candidati per la poltrona di segretario alla Difesa ci sono il senatore Jeff Sessions, consulente di Trump, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Stephen Hadley e l’ex senatore Jim Talent.

Altri nomi che sono circolati sono quelli del debutato Duncan Hunter e dell’ex direttore della Defence Intelligence Agency Mike Flynn, molto vicino al nuovo presidente, che però avrebbe bisogno di una speciale autorizzazione del Congresso per diventare segretario, visto che la legge prevede che militari in pensione debbano aspettare sette anni prima di assumere la guida del Pentagono. Per la poltrona di ministro della Giustizia sono stati fatti i nomi dell’ex sindaco di New York Rudy Giuliani, di Chris Christie, che però appare meno papabile a causa dei guai legali che lo hanno travolto nello scandalo del Bridgegate. Un’altra possibilità è il procuratore generale della Florida Pam Bondi, che però è al centro di una controversia per le donazioni fatte da Trump. Per il Territorio, oltre a Lucas, altri papabili segretari sono il venture capitalist Robert Grady, che ha avuto incarichi alla Casa Bianca sotto l’ex presidente George H.W. Bush e ha legami con il governatore Christie. Un’altra possibilità potrebbe essere il figlio del presidente, Donald Trump Jr, o ancora l’ex governatore dell’Arizona Jan Brewer, il governatore dell’Oklahoma Mary Fillin e la deputata del Wyoming Cynthia Lummis. Vari i nomi in considerazione per la guida del dipartimento all’Agricoltura, con il presidente orientato a scegliere tra i membri di una commissione di consulenza composta da 70 leader del settore. In pole position sembrano esserci l’ex governatore del Texas Rick Perry, l’ex governatore della Georgia Sonny Perdue e i governatori di Kansas e Nebraska, Sam Brownback e Dave Heineman. O ancora leader del settore agricolo, come Mike McCloskey e Chuck Connor, amministratore delegato del National Council of Farmer Cooperatives.

Se per il Commercio Trump potrà guardare al settore aziendale, per esempio scegliendo il suo consulente economico, il miliardario Wilbur Ross, o l’ex Ceo di Nucor Dan DiMicco, per il dipartimento al Lavoro uno dei nomi circolati è quello di Victoria Lipnic, dal 2010 numero uno della Equal Employment Opportunity Commission e che tra il 2002 e il 2009 ha lavorato per il dipartimento (anche Mitt Romney l’aveva presa in considerazione per un’eventuale squadra di governo nel 2012, salvo poi essere sconfitto da Barack Obama). Alla Sanità, dipartimento cruciale visto che una delle priorità di Trump è far abrogare l’Obamacare, la riforma del settore voluta da Barack Obama, potrebbero andare il governatore della Florida Rick Scott, l’ex candidato alla Casa Bianca Bill Carson o Newt Gingrich, mentre per il dipartimento all’Energia sono in corsa il numero uno di Continental Resources Harold Hamm e il venture capitalist Robert Grady. Per quanto riguarda il dipartimento all’Educazione, posto che continuerà a esistere visto che Trump aveva ipotizzato di sopprimerlo, le scelte appaiono al momento poco chiare, mentre per il dipartimento che si occupa dei veterani potrebbe essere scelto Jeff Miller, attuale presidente della commissione veterani della Camera e sostenitore della prima ora del nuovo presidente. Infine, per il dipartimento alla Sicurezza nazionale, si è parlato di David Clarke, sceriffo della contea di Milwaukee.

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