Gli americani contro Trump, continuano le proteste. Il neo presidente: “E’ scorretto!”

Gli americani contro Trump, continuano le proteste. Il neo presidente: “E’ scorretto!”
11 novembre 2016

Al grido di “Not my president! Not my President!”, migliaia di persone sono scese in strada in diverse città americane – a Baltimora, New York, Chicago, Denver, Dallas, Oakland – per la seconda notte consecutiva, per protestare contro la vittoria del candidato repubblicano nella corsa alla Casa Bianca. Donald Trump, che ha commentato per la prima volta le proteste, ne ha addossato la responsabilità ai media: “Abbiamo appena avuto delle elezioni presidenziali corrette e aperte. E ora dei contestatori di professione, incitati dai media, protestano. È scorretto”, ha scritto il neoeletto presidente su Twitter. Poi ha twittato di nuovo il presidente eletto americano, sempre sulle proteste, ma questa volta, ha lodato la “passione” dei giovani in strada. “Amo il fatto che piccoli gruppi di manifestanti la scorsa notte abbiano (messo) passione per la nostra nazione. Torneremo tutti insieme e saremo orgogliosi”. “Stiamo solo facendo vedere quello che accadrà nei prossimi quattro anni. Saranno quattro anni di resistenza”, ha spiegato Kaila Philo, studentessa 21enne al The Baltimore Sun, che ha creato una pagina Facebook per richiamare più gente possibile. A Portland, le manifestazioni sono degenerate in scontri, definiti dalla polizia come “diffuse azioni criminose e compartamenti pericolosi”. La polizia è intervenuta per impedire ai manifestanti di arrivare alla 5th Avenue. A Los Angeles il sindaco Eric Garcetti ha invitato i dimostranti a lasciare libere le autostrade e a non compiere atti vandalici, ma ha riconosciuto: “Sono state elezioni traumatiche, ci sono molte divisioni”. Per il weekend sono previste dimostrazioni in numerose città americane.

Proteste anti-Trump che già si erano scatenate sin dalle prime ore della vittoria di Trump. Come quella di New York lungo la Quinta Strada a scendere verso la Trump Tower, base newyorkese del presidente neo-eletto. Centinaia di manifestanti, in serata, sotto una leggera pioggia avevano bloccato l’arteria per schierarsi ai piedi del palazzo. La manifestazione era stata sostanzialmente pacifica, ma i media riportano diversi arresti effettuati dal dipartimento di polizia di New York. Almeno 13 persone erano state arrestate a Los Angeles . Sempre a New York un’altra manifestazione si era tenuta a Union Square, con i manifestanti che brandivano cartelli come “Love Trumps Hate” (“L’amore vince sull’odio”) e “Trump Grabbed America by the Pussy”, parafrasi della nota frase volgare usata in registrazioni del miliardario ora presidente eletto, emerse durante la campagna elettorale. A Washington diverse centinaia di dimostranti si erano riuniti di fronte alla Casa bianca per una veglia a lume di candela, sfidando la serata fredda, e avevano criticato quello che avevano definito razzismo, sessismo e xenofobia del candidato eletto. Uno degli organizzatori, il direttore del gruppo MoveOn.org Ben Winkler, aveva detto alla folla che altri si sarebbero uniti dalle centinaia di comunità nel Paese. “La gente è giustamente preoccupata”, aveva affermato. “Noi siamo qui – aveva aggiunto – perché in questi momenti bui, non siamo soli”.

Molti scandivano lo slogan “We are not alone!”. Ethan Miller, del gruppo Jobs for Justice, ha detto che gli organizzatori hanno voluto la veglia per mostrare la capacità di reazione della società civile. “E’ un momento duro per gli Americani”, aveva sostenuto. A Chicago diverse migliaia di persone si erano riunite attorno alla Trump Tower, bloccando le strade del centro e il traffico, mentre altri avevano messo in scena una contro-protesta sul lato opposto del palazzo. A Los Angeles, ancora, centinaia di giovani avevano dimostrato vicino al palazzo municipale, scandendo lo slogan “Not my president!”. Manifestazioni si sono tenute anche a Portland, a Pittsburghm e a Oakland, dove c’era stato anche un ferito. Migliaia di persone sono scese in piazza nella grande città californiana per esprimere il disappunto in seguito all’elezione di Trump. I poliziotti, in tenute antisommossa avevano ordinato di sgomberare, ma parte dei dimostranti non si erano spostati. Innalzando bandiere Usa e messicane avevano alzato le mani. Attorno alla mezzanotte locale, la polizia – che aveva in dotazione proiettili di gomma – era intervenuta nei confronti dei dimostranti, operando gli arresti.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti