Cultura e Spettacolo

Gli oggetti di Kubrick, a Torino un’asta di storia del cinema

Apparentemente è una semplice borsa, anche molto usata. In realtà si tratta di un oggetto che in qualche modo contiene un bel pezzo di storia del cinema, poiché il suo proprietario, e grande utilizzatore, era Stanley Kubrick, probabilmente il regista che, insieme a Hitchcock, più ha dato forma al cinema contemporaneo. E la sua borsa “Tenba 2” è uno degli oggetti che il collaboratore e amico di Kubrick, Emilio D’Alessandro, ha deciso di mettere all’incanto con Aste Bolaffi in una vendita, prevista il 27 marzo a Torino, tutta dedicata al regista di “Shining” e “Eyes Wide Shut”. “E’ un giorno importantissimo, perché è la prima asta di cinema memorabilia, nel solco di altre aste di memorabilia che abbiamo fatto, come il Nobel di Quasimodo, lo Statuto del Milan, adesso ci apriamo anche al cinema, che è un mercato internazionale e lo incominciamo alla grande con un’occasione unica, perché avere tutti gli oggetti di una sola proprietà è l’ideale per una casa d’aste”. Filippo Bolaffi, amministratore delegato della maison torinese, non nasconde la propria soddisfazione per un’asta che presenta alcuni pezzi davvero leggendari, come il giubbotto indossato da Jack Nicholson per trasformarsi in Jack Torrance in “Shining” o uno dei cappelli del sergente maggiore Hartman in “Full Metal Jacket”. O ancora la giacca verde militare che indossava lo stesso Kubrick e un cappello di “Barry Lyndon”.[irp]

Tutte tracce del geniale lavoro del regista che, nel corso di una collaborazione durata quasi 30 anni, Emilio D’Alessandro e la moglie Janette hanno collezionato, in questo caso anche come testimonianze di una amicizia. E per Aste Bolaffi debuttare nel mondo del cinema con un nome come Kubrick è, come si dice, un inizio con il botto. “Una pubblicità – ha ammesso divertito Filippo Bolaffi – diceva ‘Ti piace vincere facile’, è stata un po’ la fortuna e un po’ il buon lavoro che ha diffuso il nostro nome anche al di fuori del nostro settore tradizionale. E grazie a una persona che ci ha messo in contatto con Emilio D’Alessandro adesso riusciamo a proporre degli oggetti che non apparterrebbero all’Italia, se non perché il caso ha voluto che l’assistente e amico di una vita di Kubrick fosse un italiano”. Tra gli altri oggetti particolarmente carichi di fascino che andranno all’asta a Torino due tappeti della stanza dove Torrance lavorava al suo romanzo, e che sembrano portare dentro lo sgomento e la paura di un film come “Shining”, oltre che un lungo frammento della pellicola originale, particolarmente raro data l’abitudine di Kubrick di fare bruciare tutti gli avanzi di pellicola che non entravano nel montaggio finale.[irp]

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redazione