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Gli studenti di New York imparano l’arte della pizza

“Se mi piace la pizza? È il cibo più buono del mondo. La pizza napoletana però è una cosa diversa: un’opera d’arte”. A dircelo è uno degli studenti della John P. Stevens High School di Edison, New Jersey, che stamattina sono venuti a imparare l’arte della pizza da Sottocasa, a Williamsburg, Brooklyn. L’iniziativa fa parte di un ciclo di lezioni speciali organizzate dall’Italian American Committee onEducation (Iace), l’organizzazione – che opera sotto il consolato italiano – fondata a New York nel 1975 con lo scopo di promuovere l’insegnamento della lingua e della cultura italiana nella tristate area, che comprende gli stati di New York, New Jersey e Connecticut. A tenere la lezione – la prima di cinque, che poi diventeranno dodici l’anno prossimo – sono stati il proprietario di Sottocasa, Luca Arrigoni, e sua moglie Laura: entrambi attori, con una carriera avviata in Italia, si sono trasferiti a New York quasi dieci anni fa. Qui si sono fatti travolgere dalla passione per la cucina e ormai stanno per aprire la terza pizzeria (oltre a quella di Williamsburg ne hanno altre due: una a Boerum Hill e una, appena aperta, ad Harlem). Hanno spiegato ai ragazzi che, perché si possa parlare di vera pizza napoletana, quella pizza deve essere cotta in un forno a legna. Che, perché si possa parlare di vero forno a legna, quel forno deve avere 340 mattoni: non uno di più, non uno di meno (e possibilmente arrivare direttamente da Napoli, proprio come il forno di Sottocasa).

La scelta degli ingredienti, poi, è fondamentale: pomodori veri, mozzarella fiordilatte, olio extravergine d’oliva. Luca mostra ai ragazzi come si lavora l’impasto (che deve aver riposato per le 48 ore precedenti) e poi lascia che provino loro a impastare.Intanto racconta che ai clienti americani non sempre piace la sua pizza: “Hanno un palato troppo abituato ai sapori artificiali, a pizze con troppi ingredienti che non c’entrano nulla. Una critica che mi fanno spesso è che la salsa di pomodoro sa di “plaintomatoes”, cioè semplici pomodori. Ecco, a me sembra un complimento bellissimo!”. Italianità, passione per il cibo, e per gli ingredienti genuini. Vi piace di più recitare o fare la pizza?, chiediamo. “Entrambe le cose”, ci risponde Luca. “Anche fare la pizza è una art of love, un’arte che ha bisogno d’amore”, aggiunge Laura. I ragazzi, dopo aver cucinato, mangiano entusiasti. Sembra proprio che ormai abbiano colto perfettamente la differenza tra una pizza con l’ananas e un’opera d’arte.

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