Golpe militare in Mali, arrestati presidente e primo ministro

Golpe militare in Mali, arrestati presidente e primo ministro
19 agosto 2020

In Mali è in corso un colpo di stato. Il leader dei soldati ammutinati ha annunciato l’arresto del presidente Ibrahim Boubacar Keita e il premier Boubou Cisse. Nelle scorse ore era stato annunciato l’arresto dei ministri degli Esteri e delle Finanze e del presidente del Parlamento. Il presidente maliano Ibrahim Boubacar Keita e il suo primo ministro, Boubou Cisse’, sono stati “arrestati” ieri nel tardo pomeriggio a Bamako da soldati in rivolta, ha dichiarato uno dei leader dell’ammutinamento. “Possiamo dirvi che il presidente e il primo ministro sono sotto il nostro controllo. Li abbiamo arrestati a casa del presidente”, ha detto un soldato che ha chiesto l’anonimato. “Sono su un veicolo blindato diretti a Kati”, il campo militare alla periferia di Bamako dove in mattinata è iniziato l’ammutinamento, ha detto un’altra fonte militare.

L’escalation rappresenta il culmine di una giornata di caos politico in Mali, dove le Nazioni Unite e la Francia hanno passato più di sette anni cercando di dare stabilità al Paese, da quando il colpo di Stato del 2012 ha dato modo a un’insurrezione islamica di prendere piede nella nazione dell’Africa occidentale. I disordini sono iniziati in mattinata nella città di Kati, dove ha avuto inizio il precedente colpo di Stato, in circostanze simili, otto anni fa. I soldati hanno preso le armi dalla caserma e poi hanno arrestato alti ufficiali militari. I manifestanti antigovernativi hanno applaudito le azioni dei soldati, alcuni hanno appiccato il fuoco a un edificio del ministro della Giustizia. A nulla sono valsi gli appelli del premier alla calma e al dialogo. Solo un’ora prima che uscisse la notizia del suo arresto, Cisse aveva manifestato la disponibilità del governo ad impegnarsi in “un colloquio fraterno” con i militari “per spazzare via tutti i malintesi”.

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Netta la condanna della comunità internazionale. L’Onu ha convocato per oggi una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza e ha chiesto “il rilascio immediato e senza condizioni” del presidente. L’Unione europea, per bocca dell’Alto rappresentante della politica estera ha definito inaccettabile qualsiasi cambiamento anti-costituzionale condannando “con forza” il tentativo di colpo di stato. Il presidente francese Emmanuel Macron ha subito condannato “il tentativo di ammutinamento” e ha chiamato i presidenti dei Paesi vicini – il nigeriano Mahamadu Issufu, l’ivoriano Alassane Ouattara e il senegalese Macky Sall – per discutere della crisi. Il capo dell’Eliseo ha espresso “il suo pieno sostegno agli sforzi di mediazione dell’Ecowas ” (la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) e ha assicurato di seguire “da vicino la situazione”. Nel comunicato della presidenza francese non si precisa tuttavia quando sia avvenuta la telefonata tra Macron e gli altri leader africani.

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