Nel 2015 Google ha aumentato i suoi sforzi per trovare ed eliminare annunci pubblicitari inappropriati. In tutto sono state rimosse più di 780 milioni di inserzioni che violavano le linee guida del colosso di Mountain View, California, in aumento del 49% rispetto al 2014. Per guardarle dedicando solo un secondo a pubblicità ci vorrebbero 25 anni senza interruzioni. La notizia è stata diffusa sul blog di Google, la più grande azienda di pubblicità digitale al mondo. Google ha bloccato o eliminato inserzioni per diverse ragioni, tra cui la promozione di software indesiderati (più di 10.000 siti), la vendita di prodotti contraffatti (tra i 10.000 e i 18.000 siti), il phishing (quasi 7.000 siti). Non è chiaro tuttavia quante pubblicità inappropriate ci siano ancora nei servizi gestiti da Google, tuttavia il gruppo sostiene che il sistema sta migliorando grazie ai continui sforzi. Inoltre la società ha detto di dedicare più di mille dei suoi 60.000 impiegati a monitorare e rimuovere le pubblicità inappropriate, un lavoro fondamentale visto che il 90% dei ricavi del gruppo provengono dalle inserzioni. In passato le autorità avevano multato Mountain View per non aver controllato in modo adeguato le pubblicità.
Nel 2011 il colosso ha pagato 500 milioni di dollari per patteggiare con il dipartimento della Giustizia Usa: accusava Google di avere dato spazio sui suoi servizi a pubblicità di farmacie online canadesi che avevano contribuito all’importazione illegale di farmaci negli Stati Uniti. E proprio la contraffazione di farmaci è un altro importante campo di azione. Solo nel 2015 sono state bloccate 12,5 milioni di inserzioni di finti medicinali o di prodotti che promettevano risultati non testati scientificamente. E ancora Google ha eliminato 17 milioni di “trick to click”, annunci ingannevoli che inducono una persona a cliccare su essi. Infine per il 2016 il colosso ha fatto sapere di voler lavorare ancora in questa direzione istallando alcuni aggiornamenti che possono limitare ancora di più le pubblicità ingannevoli e non desiderate. Inoltre – conclude il post – il gruppo sta impegnandosi a implementare le regolamentazioni e le protezioni contro malaware e bot.