Sempre sul tema cruciale della tutela dell’ambiente, Pittella rilancia una proposta che ha avanzato all’ultima direzione nazionale del Pd: “Le Agenzie regionali per l’ambiente, le Arpa, hanno bisogno di una legge nazionale di riforma che le metta i rete e regolamenti in modo omogeno il loro funzionamento, oggettivamente: oggi procedono un ordine sparso, devono avere gli stessi parametri di riferimento. Inoltre, i funzionari dell’Arpa devono avere lo status di Polizia giudiziaria per poter effettuare i loro controlli senza limiti e a sopresa. Abbiamo bisogno di recuperare alle Arpa la fiducia dei cittadini, e quindi le Agenzia devono lavorare meglio, io ho potenziato l’Arpa Basilicata con un mutuo per dotarsi di nuove tecnologie ma era molto tempo che cio’ non accadeva. Pittella e’ consapevole di essere, oggi, uno dei principali supporter della linea di Matteo Renzi, sia nel partito sia al governo, sul tema dell’industria petrolifera ma anche su molti altri. “E’ vero che mi riconosco nell’approccio che Renzi ha alle questioni. Questo non significa rinunciare alle mie idee, ma condividere l’obiettivo di un Paese piu’ veloce, un Paese e un partito che provano ad essere inclusivo, e non a pretendere di decidere sorti del mondo chiusi in tre in una stanza. Sono renziano perche’ condivido azione di sfondamento in Europa contro una malintesa austerithy, sono renziano quando vuole completare le grandi infrastrutture, fare le riforme istituzionali, trovare criteri nuovi sulla flessibilita’, rilanciare una grande spending review, che noi abbiamo gia’ fatto”.
Ma un correttivo anche Pittella lo suggerisce: “Quel che resta da fare e’ una ramificazione e strutturazione migliore del partito sul territorio, che lo qualifichi proprio sull’inclusivita’, con piu’ chiarezza e determinazione, per evitare che sembri una Babilonia”. Ultimo tema scottante per il Presidente della Basilicata, quello del referendum sulle trivellazioni. “Mi sono guardato bene finora dall’esprimere un si’ o un no al voto referendario e vorrei continuare. Ho chiarito pero’ fin da subito che io sarei andare a votarem prima che al direzione nazionale si esprimesse, e confermo. Andro’ a votare. E spiego perche’: c’e’ linearita’ di condotta, da parte mia. A suo tempo, sono andato a suo tempo sulla spiaggia di Policoro, ho manifestato dicendo a governo che c’era bisogno di tavolo di discussione per fermare le autorizzazioni rilasciate occasionalmente dal Ministero dell’Ambiente, e ho detto si’ anche ai referendum, che pero’ allora erano sei, non uno. Quando il governo ne ha superati cinque, mi sono sentito soddisfatto e per me anche il sesto e’ sembrato superato, fermo restando che rispetto chi ha avviato un percorso e non vuole tirarsi indietro. Pero’ ho sempre detto che non mi sarei iscritto al partito di chi vuole utilizzare un quesito referendario per battaglie di posizionamento interno al Pd o precongressuali o per fare i conti sulla politica energetica nazionale”.