Governatori commissari della sanità, via libera della commissione Bilancio

24 novembre 2016

La Commissione Bilancio della Camera ha approvato l’emendamento che consente ai presidenti di Regione di diventare anche commissari per la sanita’. L’emendamento e’ stato riformulato dal relatore riprendendo quello presentato da alcuni deputati Pd (prima firmataria Assunta Tartaglione e altri) ed introducendo una verifica semestrale sull’operato del commissario da parte di ‘tavoli tecnici’ che producono una relazione ai ministri della Salute e dell’Economia, da trasmettere al Consiglio dei Ministri, “con particolare riferimento al monitoraggio dell’equilibrio di bilancio e dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza”. “La riformulazione del relatore – ha fatto notare Rocco Palese (Cor) che ha votato no – fa tornare alla nomina automatica del governatore e commissario ad acta. La nomina a commissario scatta solo con un eventuale esito negativo delle verifiche dei tavoli tecnici”.

L’emendamento e’ stato fortemente contestato dalle opposizioni, ritenendolo ‘tagliato’ sulla figura del governatore della Campania Vincenzo De Luca. M5S, Fi, Lega, Si-Sel hanno protestato in Commissione Bilancio chiedendo di discutere la norma prima di altri temi, evitando che andasse in votazione a notte fonda. La discussione e’ iniziata verso le 21: particolarmente critici i deputati grillini (“la modifica e’ calzata ad hoc per De Luca”, ha detto Francesco Cariello, “Questa legge di bilancio non ci rappresenta e non rappresenta il Paese”) e della Lega (“Questa legge di bilancio passera’ alla storia per le misure sulla previdenza e per l’influenza della regione Campania sul governo nazionale”, ha dichiarato Guido Guidesi. “Il governo non puo’ piegarsi alla volonta’ di De Luca”, ha affermato Barbara Saltamartini). Il deputato di Sel Gianni Melilla ha invitato il governo a fare “una riflessione razionale” ricordando che la norma “era stata superata con lungimiranza dal governo Renzi due anni fa”: “Tornare indietro e’ un errore politico. La maggioranza deve ritirare l’emendamento – ha chiesto Giulio Marcon di Si – Altrimenti la norma diventa uno spot per il No al referendum. E’ un emendamento boomerang”. Critico anche Bruno Tabacci (Centro democratico), che si e’ astenuto: “”E’ un errore politico”. Il M5S e la Lega hanno quindi domandato il voto per appello nominale ma il presidente della Commissione Francesco Boccia ha respinto la richiesta. Quindi sono stati espressi i voti contrari dei gruppi (Lega, M5S, Cor, Fdi, Fi). Ha votato no anche Pastorino del gruppo Misto. I si sono stati 18 i contrari 12, astenuti 1. Forza Italia non ha partecipato al voto.

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