I decreti Salvini verranno riscritti separando il tema della sicurezza da quello dell’immigrazione. È quanto emerge dal tavolo che si è tenuto a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e quello della Difesa Lorenzo Guerini, i viceministri dell’Interno Vito Crimi e Matteo Mauri, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro e i rappresentanti dei partiti di maggioranza. Al termine di tre ore di riunione tutti sottolineano il “clima positivo” e il fatto che “non ci siano state tensioni”. Nessuno parla di abolizione ma di profonde modifiche sì: “Il tema non è l`abolizione”, spiega il presidente dei deputati di Leu, Federico Fornaro. “Si tratta mettere mano a quei testi con l’obiettivo di rispettare il programma di governo”, aggiunge.
“Do un giudizio positivo” alla riunione, spiega il viceministro dell’Interno Matteo Mauri, Pd: “Abbiamo fatto molti passi avanti, condiviso obiettivi comuni. Interverremo sicuramente sul tema dell’integrazione perché i decreti Salvini hanno aumentato gli irregolari. Poi dobbiamo dividere la parte legata alla sicurezza da quella sull’immigrazione. I decreti verranno modificati, si interverrà da un lato sulla sicurezza, dall’altro lato sull`immigrazione con l’obiettivo di offrire agli italiani una politica sull’immigrazione più efficiente”. Per il Pd era presente anche Roberta Pinotti: “Vanno riscritti questi decreti, va separato il tema sicurezza dal tema immigrazione. Va ripristinata una collegialità nelle scelte che col decreto sicurezza bis era in capo solo al ministro dell’Interno in modo assolutamente anomalo rispetto a quanto accadeva fin lì”.
“Chi dice di voler cancellare i decreti sicurezza dimezza la potenza di fuoco dell’agenzia antimafia”, replica il leader della Lega, Matteo Salvini. “Cancellare i decreti sicurezza – aggiunge – significa aiutare la mafia e gli spacciatori di droga. Ovviamente non si parla solo d’immigrazione, evidentemente chi vuole modificarli… non li ha letti bene”. “Nei decreti – prosegue Salvini- c’erano soldi per le telecamere nei comuni, più poteri ai sindaci, assunzioni di donne e uomini delle Forze dell’ordine, raddoppio dei fondi per Agenzia per beni confiscati alla mafia, tutele per agenti in servizio nelle piazze violente”.
Leu e Italia Viva al tavolo hanno chiesto anche una “revisione complessiva del memorandum Italia-Libia”, spiega Gennaro Migliore (Iv) aggiungendo che “si è parlato di reintrodurre il permesso umanitario, di rafforzare fortemente il sistema di integrazione e di eliminare le multe alle Ong perché chi salva in mare non deve pagare una multa”. Soddisfatto e quasi sorpeso dal “clima positivo” nonostante alcune “posizioni divergenti” Nicola Fratoianni di Leu: “I decreti vanno modificati radicalmente, va reintrodotta la protezione umanitaria e la possibilità di iscrizione all’anagrafe, va cancellata la multa alle ong. Ora aspettiamo le proposte del governo nel merito”. Fratoianni spiega che si è anche affrontato più ampiamente il tema dell’immigrazione e del fatto che – questo lo ha sottolineato il leader di sinistra italiana al tavolo – “non esiste un modo per entrare legalmente in Italia”.
Dunque reintroduzione della protezione umanitaria, accoglienza diffusa con gli Sprar, superamento delle sanzioni alle Ong i punti emersi anche se nel dettaglio una convergenza ancora non c’è: “Ad esempio su come reintrodurre la protezione umanitaria – spiega il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia (M5s) – ci sono diverse opinioni. Più convergenza invece è stata registrata sugli Sprar che i decreti Salvini hanno indebolito”.