Governo ad alta tensione, in piazza l’autunno caldo di Matteo

Governo ad alta tensione, in piazza l’autunno caldo di Matteo
3 novembre 2014

di Paolo Zappitelli

Novembre non sarà un mese facile per Matteo Renzi. Perché sarà costretto a “sfidare” una serie di manifestazioni in piazza contro la manovra di stabilità e contro il Jobs Act, il testo sulla riforma del lavoro. E su quest’ultimo, che da oggi approda in commissione alla Camera, il premier dovrà fronteggiare anche la sfida della sinistra dei Dem, che ha già annunciato il suo “no” in aula se il governo non accetterà alcune modifiche alle quali stanno lavorando i deputati del Pd. Ma è dalla piazza che arriverà il segnale più duro al premier. E per una volta si troveranno dalla stessa parte Fiom e Forza Italia.

Il segretario del sindacato dei metalmeccanici Maurizio Landini ha infatti annunciato ieri – intervistato da Lucia Annunziata nella trasmissione “In mezz’ora” su Raitre – due grandi manifestazioni collegate a due scioperi generali: la prima il 14 novembre a Milano e la seconda il 21 a Napoli. “C’è una crisi industriale che fa paura – ha rilanciato – Noi vogliamo conquistare un tavolo e un confronto che il governo ci nega”. L’attacco di Landini al premier è totale: “La fiducia che il governo ha in Parlamento, nel Paese non ce l’ha. Io voglio unire il mondo del lavoro, raccogliere fiducia sulla mia piattaforma, voglio cambiare le politiche di questo governo. Invece Renzi ha fatto una scelta, rimettendo al centro l’articolo 18, che tende a riaprire un conflitto nel Paese”. Ma il premier non è l’unico bersaglio del segretario della Fiom. Il sindacalista ha “minacciato” anche gli industriali: “Il Governo si è messo d’accordo con Confindustria, e Confindustria deve sapere che se segue la linea dei licenziamenti, della riduzione dei salari non avrà vita facile perché noi non ci fermeremo”. “Nelle prossime settimane – ha aggiunto – migliaia di persone saranno mandate a casa. Noi siamo di fronte al fatto che i grandi gruppi e le grande aziende stanno aprendo licenziamenti collettivi, di massa. E dicono se vuoi continuare a lavorare devi accettare di lavorare a salari più bassi con meno diritti e a condizioni diverse”. In gioco, ha sottolineato, “non c’è solo l’articolo 18 ma l’idea di sapere se il lavoro abbia dei diritti o meno, e se il lavoro e la qualità del lavoro e innovazione diventano investimento”. Intanto già giovedì gli operai della Ast di Terni faranno un sit-in davanti al ministero dello Sviluppo economico in via Veneto.

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L’altro fronte sul quale Renzi verrà invece sfidato in piazza da Forza Italia è l’aumento delle tasse sugli immobili, cresciute, secondo quanto ha denunciato Berlusconi, di 20 miliardi da quando non c’è più il centrodestra al governo. La data di quello che è stato già battezzato “Casa-day” non è stata ancora decisa: in ballo ci sarebbe la domenica del 16 o quella del 30. Ma nel partito si sta anche valutando la possibilità di fare prima due manifestazioni-pilota in Calabria ed Emilia-Romagna – le due Regioni che andranno al voto il 23 novembre – e alle quali parteciperebbe anche l’ex Cavaliere. Le due iniziative regionali potrebbero rappresentare un esperimento di piazza prima della grande kermesse nazionale che sarà a sostegno di una serie di emendamenti alla legge di stabilità (promossi e messi a punto dal capogruppo di FI alla Camera, Renato Brunetta) da presentare a breve per chiedere l’abrogazione delle imposte sulla prima casa. E per raccogliere adesioni Forza Italia sta pensando di organizzare gazebo nelle principali piazze delle città.

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