L’automatismo che lega l’uscita dal lavoro all’aspettativa di vita è “confermato” perché è un “pilastro” della riforma delle pensioni. Una sua revisione metterebbe a rischio i conti della previdenza, anche se sarà possibile “correggere qualcosa” in un tavolo tecnico per individuare “categorie specifiche e casi particolari” di lavori più gravosi da escludere da questo meccanismo. Il Governo ha di fatto chiuso le porte alla richiesta di Cgil, Cisl e Uil di rivedere l’automatismo che dal gennaio del 2019 innalzerà l’età pensionabile a 67 anni. Ma ha aperto uno spiraglio sull’allargamento della platea dei lavori usuranti. Il tema sarà affrontato in tavoli tecnici a partire dal 6 novembre per poi fare il punto politico il 13 di questo mese. L’incontro a Palazzo Chigi, chiesto dai sindacati, è comunque servito per fare anche una panoramica sulla legge di bilancio. Al tavolo erano presenti il premier Paolo Gentiloni, i ministri Pier Carlo Padoan (Economia), Giuliano Poletti (Lavoro) e Marianna Madia (Funzione pubblica) e i leader delle tre confederazioni, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. La premessa a qualsiasi discussione, ha avvertito Gentiloni, è “non superare i principi generali della norma sull’aspettativa di vita. Quei principi rimangono validi e non possono essere messi in discussione per la credibilità internazionale del Paese. Ma possiamo discutere con le parti sociali di situazioni specifiche e le cose eventualmente da correggere per sottrarre alcune categorie all’automatismo in ragione della gravosità di alcuni mestieri”.
Il tutto nel rispetto della sostenibilità finanziaria, come ha ricordato Padoan, aggiungendo che il tavolo tecnico considererà la possibilità di “migliorare il meccanismo che determina cadenza dell’età pensionabile sotto il vincolo che non intacchi la sostenibilità del sistema che è pilastro della sostenibilità finanziaria del Paese”. I sindacati non sono andati via soddisfatti da Palazzo Chigi. Il tavolo tecnico “non ferma l’iniziativa” del sindacato, ha detto Camusso, secondo cui la discussione “si è svolta in un sentiero difficile”, sottolineando che “se i risparmi delle leggi del centrodestra e della Fornero devono essere garantiti all’infinito, allora lo spazio finisce per essere davvero molto poco”. Per Furlan “è positivo che ci siamo dati dei tempi molto stringenti per vedere come e se gestire, nel rapporto con il Governo, anche la seconda parte dell’accordo sulla previdenza di un anno fa. Non tutti i lavori sono uguali e, di conseguenza, nemmeno l’aspettativa di vita è uguale. Va verificata per ogni tipologia di mestiere. Questa nostra richiesta è stata accolta dal Governo”. Inoltre, secondo Barbagallo “di positivo c’è che la discussione continua. I paletti che ha messo il ministro Padoan per noi sono tutti da verificare”.