Voto segreto, il governo battuto al Senato su ddl anticorruzione

Voto segreto, il governo battuto al Senato su ddl anticorruzione
21 novembre 2018

Arriva il primo incidente d’Aula per il governo gialloverde. Dopo giorni in cui sul decreto sicurezza si è temuto un inciampo al Senato, dove i numeri della maggioranza sono più risicati, lo scivolone è arrivato invece alla Camera, dove la compagine M5s e Lega ha numeri fortissimi – sulla carta 345 voti – sul ddl ribattezzato da Luigi Di Maio spazzacorrotti, su cui pure nelle scorse settimane ci sono stati diversi braccio di ferro tra il leader pentastellato e Matteo Salvini, poi sempre chiariti.

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Ma il patto tra i due vicepremier non ha retto al voto segreto chiesto da Forza Italia e dal gruppo Misto su un emendamento presentato, ironia della sorte, da un eletto M5s poi silurato dal gruppo perché massone, Catello Vitiello. Vitiello ha ripresentato in aula una versione rivista di una proposta di modifica che aveva fatto litigare M5s e Lega già durante l’esame in commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia. Un colpo di spugna per i processi per peculato che avrebbe salvato, secondo il Pd, big della Lega come Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera.  In commissione ci aveva provato il Carroccio, ritirando poi la proposta di fronte al muro M5s. Dunque i principali indiziati della debacle sono proprio i leghisti. “La maggioranza è stata battuta da un emendamento salva ladri che salverebbe (da una condanna più pesante) politici, di destra e sinistra, attualmente sotto indagine, sotto processo, ovvero anche condannati in primo grado per peculato.

Tutte le opposizioni ovviamente hanno votato compatte come, credo, molti esponenti della Lega (che si sono anche assentati al momento del voto)”, attacca Andrea Colletti (m5s) su Facebook. Ma anche le parole di Salvini suonano come una mezza ammissione: “Voto in aula assolutamente sbagliato. La posizione della Lega la stabilisce il segretario. Provvedimento arriverà alla fine come concordato dalla maggioranza”, dichiara. Eppure, a guardare il tabulato della votazione (284 sì, 239 no) che, essendo segreta, esplicita solo chi ha partecipato al voto e chi no i presunti franchi tiratori della maggioranza sono almeno 36 se si calcola che le opposizioni – per strategia e non perché a favore dell’emendamento sul peculato – abbiano votato sì. Ma il Pd sostiene che siano molti di più perché, giura, di aver votato contro la norma. Le accuse nella maggioranza sono incrociate: “Volete una lettura? Sono stati i fichiani, cercano una scusa per non votare il dl sicurezza”, afferma il deputato della Lega, Igor Iezzi.

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I 5 stelle sono infuriati. Francesco D’Uva, capogruppo, parla di una cosa “gravissima” e una fonte parlamentare afferma: “Di certo una cosa del genere non capita per caso, è organizzata! Ricordate che l’emendamento era stato presentato dalla Lega in commissione e poi ritirato perché c’erano le vicende di Molinari, Rixi e Cota… E ora è stato ripresentato da Vitiello”. Nessun timore, però, sulla tenuta del governo: “Non casca tutto, troviamo una soluzione. Correggeremo il testo”. Il problema, però, “non è tecnico, ormai è politico, è chiaro”. Per ora l’esame dell’aula è stato sospeso e rinviato a domani alle 11. la correzione non potrà che avvenire al senato, allungando inesorabilmente i tempi di un ddl che i pentastellati stanno aspettando da tempo di poter rivendicare visto che dentro c’è la riforma della prescrizione che, come ha ribadito il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, tante vittime delle stragi attendono.

Chi sono i 36 franchi tiratori

Sono stati 36 i franchi tiratori nella maggioranza a far andare sotto il governo, nell’aula alla Camera, sull’emendamento Vitiello al ddl anticorruzione. Da quanto emerge dal tabulato della votazione segreta infatti i partecipanti al voto ‘incriminato’ nelle file della maggioranza sono stati in tutto 275 (184 di M5s e 91 della Lega), ma a votare contro la proposta di modifica che aveva il parere contrario di commissione e governo sono stati soltanto 239 deputati.

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Quindi ben 36 esponenti della maggioranza non hanno votato secondo le indicazioni contribuendo all’approvazione della norma.
Ma siccome l’emendamento Vitiello è passato con 284 sì hanno pesato anche le assenze: 9 nella Lega (Basini, Bitonci, Cecchetti, Centemero, Fugatti, Legnaioli, Segnana, Tonelli e Zanotelli) e 9 in M5s (Alaimo, Bologna, Dall’Osso, Ficara, Penna, Perconti, Termini, Varrica, Zolezzi). Diversi i deputati in missione, ovvero gli assenti giustificati: 25 nella Lega e 27 in M5s.

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