Governo brucia le tappe su contante, tetto 5mila euro

Esecutivo anticipa novità e smina tema caldo da percorso manovra

banconote

Il Governo brucia le tappe sull’uso del tetto al contante, ‘bandiera’ inserita nero su bianco nel programma del centrodestra, con cui Fdi, Lega, Fi e Nm si sono presentati alle elezioni. Per portare il limite da mille a 5mila euro, si è deciso di non aspettare il varo della legge di bilancio e la novità è stata introdotta nella bozza, ancora provvisoria, del dl Aiuti quater oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri. A riunione ancora non cominciata, il leader della Lega Matteo Salvini twitta e lo mette in cima al suo elenco: “Tetto al contante da mille a 5mila euro, niente tasse su premi e straordinari ai dipendenti, rateizzazione per le bollette delle aziende: altri passi in avanti, in coerenza col programma elettorale. Bene così”. Forse l’accelerazione nasconde anche l’intento di sminare, almeno su un tema ‘caldo’, un percorso, quello della manovra, che di consueto è già in salita ma che quest’anno si misura con sfide più pressanti tra la guerra in Ucraina e tutte le conseguenze sui prezzi dell’energia e delle materie prime, sull’inflazione, l’attuazione del Pnrr.

Le polemiche

L’intenzione di innalzare il limite al contante si era materializzata quattro giorni dopo il giuramento dell’esecutivo al Quirinale, a ridosso del voto di fiducia in Senato sul governo Meloni: la Lega depositava un progetto di legge per alzare il tetto a 10mila euro e Salvini rilanciava su Facebook. Nella stessa giornata, in sede di replica a Palazzo Madama, la presidente del Consiglio confermava che la misura sarebbe stata in cantiere; mentre il responsabile del programma di Fdi Gianbattista Fazzolari precisava che l’intervento avrebbe trovato spazio in manovra. La novità, una vera e propria inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni dove il tetto al contante è stato visto in chiave anti-evasione, è stata subito sommersa dalle critiche delle opposizioni ma non solo. Erano infatti arrivati distinguo da Fi all’insegna del ‘ci sono altre priorità’, e da Fdi si faceva trapelare che il punto di caduta sarebbe stato a 5mila euro, la metà rispetto a quanto avrebbe voluto la Lega. Fredda Confindustria con il presidente Bonomi che bollava l’ipotesi “un dibattito che non mi appassiona. Non è un tema che abbiamo mai chiesto noi, le nostre imprese usano i bonifici” e critici i sindacati. Oggi l’esecutivo ha deciso di portarsi avanti e ha inserito la misura nel decreto urgente da circa 9 miliardi di euro il cui obiettivo principale è il contrasto al caro-energia che sta mettendo in grave difficoltà cittadini e imprese.