Domani è sempre un altro giorno, insegnava Rossella O’Hara del celebre film “Via col vento”. E il governo gialloverde sembra aver ben imparato la lezione. Infatti, si fa sempre più lunga la lista di provvedimenti che continuano a non vedere luce: alcuni vengono rinviati in attesa di non si sa cosa, altri congelati per l’eccessiva litigiosità tra i due soci di governo.
Fatto sta che il Paese continua a essere intrappolato nelle sabbie mobili. Giuseppe Conte, non demorde. E ieri, ha lanciato l’ennesimo “stop e go” dell’esecutivo gialloverde. Il premier è convinto che “il governo del cambiamento deve ancora completare buona parte del suo programma” e “che ci impegnerà per il resto della legislatura”. Beh, se i ritmi di Palazzo Chigi sono quelli registrati negli ultimi mesi, sarà difficile che il governo possa mettere il turbo.
Basta osservare i decreti varati dal Consiglio dei ministri più o meno negli ultimi due mesi. Sono costellati da almeno sette provvedimenti di scioglimento di Consigli comunali, di decreti per l’applicazione di direttive europee, norme per calamità naturali. C’è anche il decreto di “Modifica della denominazione dell’Ambasciata d’Italia in Astana (Repubblica del Kazakhstan) in Ambasciata d’Italia in Nur-Sultan (Repubblica del Kazakhstan)”. Come dire, “atto dovuto”. E che fa ricordare l’ordine del giorno per il Consiglio dei ministri del 30 aprile scorso, che si limitava alla sola generica indicazione di “varie ed eventuali”.
In sostanza, governo paralizzato. E’ stata rinviata la Tav, per dirne una. Dopo mesi di analisi costi benefici, a gennaio il ministro dell’Infrastrutture, Danilo Toninelli, doveva pronunciare la sentenza. Manco a pensarlo, tutto rinviato. L’ultima volta che si è parlato di Alta velocità è stato il 10 marzo 2019, quando, per perdere altro tempo, Conte ha inviato una lettera a Telt, la società che gestisce i lavori di scavo del tunnel di base, e ha ottenuto che non pubblicasse i bandi per la costruzione di 45 chilometri di tunnel in territorio francese. Altro rinvio.
Come l’ennesimo subito in questi giorni dallo “Sblocca cantieri”. Una serie di tira e molla nelle commissioni competenti, tra emendamenti e mancanza di copertura, non permettono ancora il via libera che comunque dovrà arrivare entro il 17 giugno, data in cui il decreto dovrà essere trasformato in legge. Una maggioranza che blocca attività di governo ma anche parlamentare. E’ il caso di un nuovo tentativo per avviare l’esame da parte della Camera della proposta di legge sull’acqua pubblica.
L’esame del provvedimento è stato già rinviato tre volte e ora dovrebbe approdare in Aula lunedì 24 giugno. O come l’altro ieri, quando si sono registrati altri tre rinvii in un solo pomeriggio di ben tre diversi provvedimenti, tra cui il decreto Sanità Calabria, molto caro proprio ai 5 stelle. Per non parlare delle sorti di Alitalia, anch’esse legate a una serie di rimandi. L’ultimo è fissato al 15 giugno momento in cui dovrebbe chiudersi la trattativa con la presentazione di un’offerta definitiva delle Ferrovie. Capitolo a parte, merita la “telenovela” Autonomie.