Fino a poche ore fa mi sembrava evidente che Matteo Salvini non potesse lasciare gli alleati per costruire un governo con il MoVimento 5 Stelle. Fare l’azionista di minoranza di un esecutivo (giustamente) guidato da Luigi Di Maio sarebbe stato un rischio molto alto: Salvini avrebbe potuto perdere la possibilità di essere il leader del centrodestra, faticosamente conquistata con il brillante risultato elettorale. La vedevo così finché non ho sentito Salvini e Di Maio al Quirinale. Lo scenario è cambiato. Di Maio ha proposto (a Lega o Pd) di sottoscrivere un vero e proprio contratto di governo (alla tedesca) e Salvini ha garantito di essere disponibile a un esecutivo che duri 5 anni (in caso contrario, meglio tornare alle urne, ha detto). A questo punto l’occasione diventa irripetibile non solo per il M5S ma anche per la Lega. Salvini (senza Berlusconi e Forza Italia) proiettato in un governo di legislatura (con Di Maio premier) può costruire un grande partito di centrodestra. Del resto, diciamola tutta, la coalizione con il Cavaliere e la Meloni è un cartello elettorale, diviso sul programma, sulle prospettive e sui candidati premier. Diviso anche al Quirinale. Invece con una prospettiva lunga (5 anni appunto) Salvini può accettare la sfida e rivoluzionare il centrodestra e, con esso, l’intera politica italiana. Vi immaginate come sarà l’Italia nel 2023? Ecco, ora sì che il gioco vale la candela.