Presto piano sicurezza Tripoli. Ma resta alta la tensione per il tentato golpe

Presto piano sicurezza Tripoli. Ma resta alta la tensione per il tentato golpe
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24 ottobre 2016

Un nuovo piano per la sicurezza di Tripoli verra’ presto istituito. Lo ha reso noto il portavoce del Consiglio di presidenza del governo di accordo nazionale, Ashraf al Thulathi. Parlando ai media libici, il neo portavoce scelto dal premier Fayez al Sarraj (foto) ha spiegato che “si tratta di un piano complessivo per riportare la sicurezza in citta’ e in tutte le zone della Libia concentrandosi sull’azione delle forze che fanno capo al ministero dell’Interno. Il piano prevede anche azioni per la ricostruzione dell’esercito con la nomina di un gruppo dirigente che sara’ in grado di guidare le forze armate”. Dopo l’escalation di rapimenti e di crimini che si registrano da alcuni mesi nella capitale libica il governo di al Sarraj ha deciso di prendere provvedimenti su questo fronte. Lo stesso al Thulathi, ha annunciato che “nei prossimi giorni ci saranno dei cambiamenti rispetto alle forze di sicurezza di Tripoli e annunceremo delle novita’ partendo dalla Guardia presidenziale”.

Al Thulathi ha spiegato che “la nuova Libia e’ attenta a non allontanare nessuna parte della societa’. Il problema del sud del paese dal punto di vista della sicurezza e’ importante perche’ riflette la mancanza di sicurezza nella zona di confine”. Il vicepremier libico Ahmed al Maiteeq ha annunciato che al Thulathi sara’ il nuovo riferimento di tutti i media per quanto riguarda il governo di riconciliazione nazionale, essendo stato nominato ieri nuovo portavoce. Gli ufficiali riuniti la scorsa settimana a Tripoli, su convocazione del premier del governo di accordo nazionale Sarraj e del ministro della Difesa designato, al Mahdi al Baraghouti, si sono dati 30 giorni di tempo per scegliere il loro capo. Alla riunione hanno preso parte decine di ufficiali del vecchio esercito libico che sono rimasti fedeli al governo di Tripoli e non seguono il maresciallo Khalifa Haftar, comandante delle forze militari attive soprattutto in Cirenaica, regione storica della Libia orientale. In un documento gli ufficiali dichiarano di non voler prendere il potere, ma costituire un esercito nazionale unitario lontano dalla battaglia politica. Nel suo discorso di apertura, al Barghouti ha ribadito la necessita’ di tenere unite le forze armate e di salvaguardare l’unita’ del paese. Resta alta, intanto, la preoccupazione a Tripoli per il tentativo di golpe – ancora in corso – iniziato venerdi’ 14 ottobre, quando Khalifa Ghweil che guidava il vecchio governo di salvezza libico, approfittando del malcontento delle guardie del Consiglio di Stato ai quali non erano stati pagati gli stipendi da mesi, e’ arrivato con le sue milizie occupando la sede istituzionale e annunciando il ripristino del suo esecutivo e del Congresso libico, entrambi dissolti dopo gli accordi di riconciliazione di Skhirat dello scorso dicembre.

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Il sedicente governo di salvezza puo’ contare sull’aiuto delle guardie a difesa del complesso del Consiglio di Stato di Tripoli. In una dichiarazione letta dal complesso di Qusur al Diafa, alcuni rappresentanti della Guardia presidenziale – piu’ precisamente gli incaricati alla sicurezza del palazzo – hanno annunciato che l’accordo politico libico di Skhirat sarebbe stato raggiunto per “reintegrare il regime militare dopo quattro decenni di dittatura”. I vertici della Guardia presidenziale sono stati nominati dal Consiglio di presidenza libico lo scorso settembre, dopo ben quattro mesi di trattative. Compito della milizia, secondo il decreto, e’ “mettere in sicurezza le sedi della presidenza e delle istituzioni libiche per difendere gli obiettivi sensibili del paese”. Il quotidiano libico “Libya Herald”, tuttavia, ha sottolineato fin da subito che la composizione della Guardia presidenziale era “motivo di preoccupazione in particolare per le forze di Misurata”.

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