Governo-task force rischio cortocircuito. Palazzo Chigi, nessuna riapertura fino al 3 maggio. Ma Colao vorrebbe accelerare

Governo-task force rischio cortocircuito. Palazzo Chigi, nessuna riapertura fino al 3 maggio. Ma Colao vorrebbe accelerare
Giuseppe Conte e Vittorio Colao
19 aprile 2020

La Fase 2 può attendere. Palazzo Chigi è categorico: “Le notizie sin qui filtrate circa l’apertura di attività produttive o l’allentamento di misure restrittive per lunedì prossimo sono prive di fondamento. Per la settimana prossima rimangono in vigore le misure già previste, che scadono il 3 maggio, e non è prevista nessuna modifica”. In modalità di videoconferenza, la “cabina di regia” Governo-Regioni-Enti locali ha fatto il punto sull’emergenza Covid-19. L’incontro è durato poco meno di due ore e una nuova riunione potrebbe tenersì mercoledì prossimo. In sostanza, gli effetti positivi di contenimento del virus e di mitigazione del contagio “si iniziano a misurare ma non sono tali da consentire il venir meno degli obblighi attuali e l’abbassamento della soglia di attenzione”, spiegano fonti di Palazzo Chigi, riguardo alla riunione.

Dunque, nessuna accelerazione sulla Fase 2 dell’emergenza coronavirus da parte del governo. Inoltre, il premier Giuseppe Conte e alcuni ministri per tutto il pomeriggio di ieri hanno incontrato anche una delegazione del comitato tecnico-scientifico e del comitato di esperti in campo economico e sociali di recente istituzione. Si sta lavorando a un programma nazionale che possa consentire una ripresa di buona parte delle attività produttive in condizioni di massima sicurezza. “Un programma che integri una gestione organizzata e coordinata delle attività industriali, della logistica, dei trasporti e che tenga sotto controllo la curva epidemiologica nella prospettiva di un controllo della sua risalita senza che si torni ad affrontare situazioni di sovraccarico delle strutture ospedaliere”, fa sapere ancora Palazzo Chigi. Sulle misure che potrebbero essere inserite nel decreto sulla Fase 2 che dovrà andare in vigore dal 4 maggio ci sono varie ipotesi e indiscrezioni.

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L’orientamento del governo è che bisogna andarci con i piedi di piombo. La misura caldeggiata nei scorsi giorni dal viceministro Pierpaolo Sileri di consentire attività sportiva senza la limitazione dei 200 metri di distanza dalla propria abitazione, riferiscono fonti della maggioranza, è stata portata all’attenzione del governo affinché sia “oggetto di confronto e riflessione” per poter essere inserito nel nuovo Dpcm. Considerando che le palestre e le piscine, rimarranno chiuse ancora per molto, l’idea è quella di allargare da 200 a massimo 500 metri, dalla propria abitazione, la possibilità di fare jogging e sport ma sempre per “un tempo necessario” e da soli. Un piccolo passo avanti, “leggero ma percettibile” dicono fonti del governo, che richiederà la responsabilità dei cittadini nel rispetto delle regole, che saranno comunque soggette a controlli rigidissimi. Non è ancora sul tavolo invece l’ipotesi di riapertura di parchi e ville.

Insomma la fase due partirà “non prima del 4 maggio”, ma per bar e ristoranti “ci vorrà più tempo, questo almeno è al momento l’orientamento prevalente” dicono le stesse fonti del governo spiegando che prima della deadline del 4 maggio -vsuperati dunque i due ponti del 25 aprile e della festa dei lavoratori- poco cambierà nella vita degli italiani. I dati, sull’andamento dei contagi, fanno ben sperare e si conta di avere una curva quasi a zero già dalla terza settimana di maggio, per questo il comitato tecnico-scientifico sembra più cauto, mentre la task force dell’ex ad di Vodafone Colao vorrebbe accelerare dando ossigeno alle aziende, rendendo quindi più fattiva la rinascita. L’obiettivo è quindi quello di evitare il cortocircuito, mentre le pressioni delle regioni resta incessante.

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